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C’è una famosa filastrocca a cui – spesso anche da adulti – ricorriamo per ricordarci la durata dei mesi dell’anno. I giorni sono 30 o 31? Nel caso di febbraio non c’è dubbio: del resto, si tratta del mese più corto dell’anno. A cosa si deve la sua brevità? La questione è decisamente antica e affascinante: scopriamo insieme perché febbraio è composto da soli 28 giorni (o 29, nel caso degli anni bisestili).
Il mese di febbraio deve il suo nome a una divinità di nome Februus, ovvero il dio romano della purificazione. Il calendario giuliano, adottato dagli antichi Romani per volere di Giulio Cesare, era di tipo solare, ovvero basato sul ciclo delle stagioni. Nel secondo mese dell’anno, si praticava la purificazione dei campi per prepararsi alla loro coltivazione. Si trattava, dunque, di un periodo che precedeva le celebrazioni della primavera, intesa come fase di rinascita e prosperità.
Da cosa dipende, dunque, la durata di febbraio? i Romani mantennero il mese così breve per allinearsi con i loro cicli di lavorazioni agricole. Ciò permise loro di mantenere l’allineamento tra il calendario e le stagioni, in modo che le festività combaciassero con i cicli naturali della terra.
Anche il calendario giuliano, come quello gregoriano, presentava un febbraio di 29 giorni ogni quattro anni. Si tratta, ovviamente, del famoso anno bisestile. Questa peculiarità, allora come oggi, nacque dalla necessità di allineare il calendario con l’anno solare. II nostro pianeta, infatti, impiega 365,24 giorni per completare il suo giro intorno al Sole.
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Così, al fine di compensare questa discrepanza, ogni quattro anni viene aggiunto un giorno in più al calendario. Non si tratta affatto, però, di un evento lieto. Al contrario, sin dai tempi degli antichi Romani, si crede che gli anni bisestili portino disgrazie e sventure per via della loro irregolarità.
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