Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha iniziato a piangere durante la preparazione del soffritto. No, la commozione non è dovuta all’estetica della cipolla, ma alla sensazione di insopportabile bruciore oculare che tagliare questo bulbo comporta. Perché succede? Come spiegato dagli esperti della Cleveland Eye Clinic, il tipo di lacrime che la cipolla stimola non è emotivo, ma riflesso. Le secrezioni lacrimali, infatti, si producono in risposta a sostanze irritanti, come la polvere, la sabbia e lo smog.
All’interno di questi famigerati alimenti si trova un particolare amminoacido, noto come S-1-propenil-L-cisteina solfossido. Quando la cipolla viene tagliata, questa molecola inizia a reagire con l’acqua e gli enzimi rilasciati dalle cellule rotte, producendo nuove sostanze chimiche, tra cui un agente chimico responsabile del pianto. La presenza di queste molecole non è affatto casuale. Infatti, come spiegato dal chimico Eric Block: “Si tratta di un mondo molto difficile per queste verdure, un mondo in cui ci sono molti vermi e animali che divorano qualsiasi cosa si trovi nel terreno. Se vivi sottoterra come una pianta perenne devi difenderti e non puoi scappare“. Il modo in cui le cipolle si difendono, quindi, è mettendo in atto una vera e propria guerra chimica.
Ora che abbiamo scoperto qual è la suggestiva ragione che spiega perché le cipolle ci fanno piangere, non ci resta che rispondere a un’ultima domanda: ci sono degli stratagemmi che possiamo mettere in pratica per ridurre il senso di fastidio e di irritazione quando ci troviamo davanti a questi alimenti?
La risposta è sì. Ancora una volta, a correre in nostro soccorso è il dottor Block: “Si può raffreddare la cipolla prima di tagliarla, il che riduce la sua volatilità, usare una cappa da cucina per estrarre i fumi, oppure tagliarla sott’acqua“.
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Non mancano, poi, tecniche originali e bizzarre, ma decisamente meno efficaci: “Alcune soluzioni più creative che si sentono a volte, come tagliare le cipolle con un fiammifero tra i denti, o usare un pezzo di pane, sono praticamente inutili“.
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