Fonte: Commentimemorabili.it
Confrontando i volti degli uomini primitivi con quelli dell’uomo contemporaneo, la prima differenza che salta all’occhio è la differenza dei volti: più grandi e sporgenti nei primi, più piccoli e delicati nei secondi.
Nel corso dell’evoluzione, quali fattori hanno portato ad un così evidente cambiamento nel cranio umano rispetto a quello dei Neanderthal e degli scimpanzè? Un recente studio ha analizzato le differenze nei modelli di crescita facciale tra queste specie, rivelando che, mentre i Neanderthal e gli scimpanzé continuano a sviluppare le ossa facciali fino all’età adulta, negli esseri umani moderni la crescita facciale rallenta e si arresta precocemente, generalmente durante l’adolescenza. Questo arresto anticipato della crescita contribuisce alla formazione di volti più piccoli e delicati negli Homo Sapiens, caratteristica che potrebbe essere stata influenzata da fattori evolutivi legati alla dieta, alla respirazione e ai comportamenti sociali.
I ricercatori hanno esaminato 174 crani appartenenti a Homo sapiens, Neanderthal e scimpanzé, creando modelli 3D virtuali e analizzando oltre 200 punti di riferimento sull’osso mascellare superiore. Hanno inoltre condotto analisi microscopiche per osservare la formazione e il riassorbimento osseo, processi normali nel rimodellamento osseo. I risultati hanno mostrato che, dalla nascita, i Neanderthal presentano una predominanza di formazione ossea, sviluppando volti più grandi e sporgenti, con arcate sopraccigliari pronunciate e mascelle robuste. Al contrario, negli esseri umani moderni prevale il riassorbimento osseo, che limita la crescita delle ossa facciali e porta a una struttura più arrotondata e meno massiccia.
Queste differenze nei modelli di crescita potrebbero essere legate a cambiamenti comportamentali e adattamenti evolutivi. La riduzione delle dimensioni del viso potrebbe essere associata a una minore aggressività dei Sapiens rispetto ai Neanderthal, con un incremento della comunicazione e delle interazioni sociali basate sul linguaggio. Inoltre, la transizione a una dieta più varia e ricca di alimenti cotti ha probabilmente ridotto la necessità di una masticazione intensa, contribuendo alla diminuzione della robustezza del cranio e della mascella.
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Tuttavia, le cause esatte di queste variazioni rimangono oggetto di studio, e ulteriori ricerche potrebbero chiarire il ruolo di fattori genetici e ambientali in questo processo evolutivo.
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