Perché abbiamo meno fame quando fa caldo?

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Perché abbiamo meno fame quando fa caldo?

| 26/08/2024
Fonte: Pexels

La temperatura esterna influisce sulla regolazione dell’appetito, spingendo a mangiare di più o a ridurre i pasti

  • Quando fa molto caldo abbiamo meno fame del solito
  • Il corpo brucia le calorie per mantenere stabile la temperatura interna
  • Con il caldo diminuisce il bisogno di consumare calorie e il cervello riduce lo stimolo della fame
  • Il variare delle temperature esterne influenza i neuroni dell’ipotalamo per generare nell’organismo il senso di fame o di sazietà
  • Nel corpo possono verificarsi meccanismi biologici alterati che portano a mangiare oltre il senso di sazietà o a non mangiare nonostante il senso di fame

 

In estate con il caldo e l’afa spesso avvertiamo un calo della fame e la tendenza a mangiare meno del solito. L’influenza della temperatura sull’appetito è stata a lungo osservata dagli scienziati ed è stato accertata la correlazione tra i due elementi.

Bruciare le calorie genera calore

Le calorie sono un’unità di energia: bruciarle attraverso il cibo consente al corpo di mantenersi caldo nei climi più freddi. Quando però le temperature aumentano, diminuisce il bisogno di consumare calorie. Il corpo già lavora duramente per impedire il surriscaldamento e non ha bisogno di calore extra derivante dalla digestione di un pasto abbondante. In questo modo l’appetito viene temporaneamente ridotto e l’organismo ottiene invece più energia dalle riserve di grasso immagazzinate.

Il meccanismo che porta l’organismo ad avere meno fame è ancora poco chiaro ma, secondo gli scienziati, nel processo influiscono diversi elementi, come gli ormoni, le proteine e i fattori ambientali.

Gli ormoni della fame e della sazietà

L’omeostasi indica la capacità dell’organismo di autoregolarsi, mantenendo costante l’ambiente interno pur nel variare delle condizioni esterne. Ad esempio la temperatura corporea interna si mantiene sempre sui 37 °C. Quando ci troviamo sotto il sole cocente viene attivata la sudorazione per mantenere più fresco il corpo, e nel contempo si ha il bisogno di bere molto per reintegrare i liquidi. Anche la fame può essere considerata omeostatica. Ci sentiamo affamati quando il corpo ha a disposizione poche calorie e ci sentiamo sazi dopo aver mangiato un pasto, mantenendo il nostro equilibrio fisiologico interiore. Molti processi omeostatici sono mantenuti dagli ormoni, che fungono da messaggeri chimici nel corpo.

Due ormoni svolgono un ruolo importante nell’appetito e nella sazietà: la grelina, che viene rilasciata dallo stomaco quando è vuoto, e la leptina, che viene secreta dalle cellule adipose e comunica al cervello quando lo stomaco è pieno. Grelina e leptina arrivano nell’ipotalamo, una ghiandola del cervello, e influenzano i neuroni della fame e della sazietà. Il modo in cui la temperatura influisce su questo intricato sistema è ancora oggetto di studio.

Le proteine sensibili al calore

Il cervello è dotato di sensori per la temperatura: proteine ​​che cambiano forma quando il corpo raggiunge un certo livello di calore. Uno studio pubblicato sulla rivista eLife nel 2020 ha scoperto che nei topi alcune cellule cerebrali inviano informazioni ai neuroni della fame quando le temperature sono fredde, il che aumenta lo stimolo a mangiare di più. Sul fronte opposto una proteina sensibile al calore interagisce con i neuroni della sazietà quando aumenta la temperatura corporea.

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Gli scienziati notano però che i meccanismi biologici possono anche essere alterati, poiché spesso non si ascoltano i segnali del corpo e si mangia oltre il punto di sazietà o non si mangia quando si ha fame. Sia con il freddo che con il caldo, l’appetito è un equilibrio intricato, un modo in cui il nostro corpo si sincronizza con l’ambiente.

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