Perché abbassiamo il volume della radio quando parcheggiamo?

È un meccanismo inconscio per ottimizzare l’attenzione

 

Quando siamo alla guida, capita spesso di abbassare automaticamente il volume dell’autoradio mentre parcheggiamo, facciamo retromarcia o affrontiamo situazioni di guida più complesse, come una forte pioggia. Ma perché accade questo? In realtà il nostro comportamento è legato a come il cervello gestisce l’attenzione. Il nostro cervello ha risorse limitate, e quando siamo impegnati in attività che richiedono concentrazione, come parcheggiare o navigare in condizioni di scarsa visibilità, tendiamo a ridurre la distrazione, anche se involontariamente. In altre parole, abbassare il volume dell’autoradio ci aiuta a liberare “spazio mentale” per concentrarci meglio sull’attività più impegnativa, come osservare la strada o fare manovra.

Questo comportamento può essere spiegato attraverso la teoria dell’attenzione, che è stata studiata da diversi psicologi. Nel 1958, Donald Broadbent suggerì che l’attenzione funziona come un filtro, selezionando le informazioni più rilevanti da elaborare in un dato momento. Quando siamo occupati a compiere un’azione che richiede una grande quantità di concentrazione, come parcheggiare, il cervello tende a dare priorità a quella attività, riducendo l’importanza di stimoli come la musica o altri suoni ambientali.

La nostra attenzione visiva deve prevalere

Gli studi condotti negli anni successivi, come quelli di Neville Moray e Anne-Marie Bonnel, hanno mostrato che la nostra attenzione è limitata e può essere “divisa” tra diversi sensi. Se il nostro cervello è concentrato sull’udito (ad esempio, ascoltando la radio), le risorse per la vista sono ridotte. Di conseguenza, quando dobbiamo fare qualcosa di complesso, come un parcheggio o una manovra difficile, la nostra attenzione visiva deve prevalere, e quindi abbassiamo il volume per non sovraccaricare il cervello con stimoli auditivi.

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In altre parole, abbassare la musica non è solo una questione di preferenze personali, ma un meccanismo di ottimizzazione dell’attenzione. Questo fenomeno non accade solo quando si parcheggia, ma anche in altre situazioni di guida che richiedono maggiore attenzione, come quando si affrontano condizioni di traffico intenso o si devono leggere cartelli stradali per orientarsi.

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