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L’avversione per il dialetto è – ahinoi – ancora tristemente diffusa. Questo atteggiamento, del resto, deve la sua comparsa al processo di unificazione e diffusione della lingua unitaria italiana, intensificatosi nell’Ottocento soprattutto grazie al contributo di Alessandro Manzoni. È fondamentale tenere a mente, però, che sebbene l’uso del dialetto non risulti appropriato in determinati contesti, ciò non significa che sia dotato di minor dignità, complessità e importanza rispetto alla lingua nazionale.
Si tratta, piuttosto, di una questione di mero prestigio, che ha poco a che fare con le caratteristiche intrinseche delle varietà regionali parlate nei diversi angoli del Belpaese. Per questo, oltre a promuovere un uso consapevole della lingua a seconda dello specifico contesto e della situazione comunicativa, è indispensabile impegnarsi affinché il dialetto acquisisca il giusto riconoscimento, in quanto patrimonio culturale prezioso e chiave di accesso alla storia e alle radici della comunità. A confermarne l’importanza e i benefici, del resto, è anche la scienza: scopriamo insieme gli incredibili dati messi in luce da un recente studio.
Secondo una ricerca pubblicata da un team di scienziati delle Università di Cambridge e di Cipro, i bambini che parlano sia in dialetto che in lingua standard godono degli stessi vantaggi di coloro che parlano due lingue diverse. In particolare, a risultare potenziate sono le abilità di problem-solving e adattamento. La mente umana, insomma, percepisce il dialetto al pari di una lingua straniera.
Per giungere a queste strabilianti conclusioni, i ricercatori hanno condotto un esperimento che ha coinvolto 64 bambini bi-dialettali, 47 multilingui e 25 monolingue. Durante lo studio, gli scienziati hanno analizzato le performance cognitive dei bambini cresciuti parlando sia il greco cipriota che quello moderno, due varianti caratterizzate da parole, strutture grammaticali e fonetica differenti.
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Al termine dell’esperimento, è stato osservato che sia i bambini multilingue che quelli bi-dialettali avevano ottenuto un punteggio maggiore in termini di memoria, attenzione e flessibilità.
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