La leggenda della nascita del pancarrè a Torino è un racconto affascinante che mescola storia e tradizione culinaria, portando alla luce l’inventiva e la risolutezza dei panettieri di quel tempo. Risale alla prima metà dell’Ottocento, un momento storico in cui l’ultimo boia di Torino, Piero Pantoni, affrontava non solo le sue responsabilità lavorative, ma anche l’ostilità e il disprezzo della comunità locale.
Quando i panettieri della zona si rifiutarono di vendere il pane al boia, le autorità intervennero per imporre loro di rispettare questa norma. Tuttavia i panettieri, desiderosi di esprimere il loro disprezzo nei confronti del boia, trovarono un modo creativo per farlo: quando gli porgevano il pane, lo facevano rovesciato sul bancone, con la base rivolta verso l’alto, un gesto inequivocabile di disprezzo e sfida.
Questa situazione provocò ulteriori tensioni e il boia, sentendosi oltraggiato, si rivolse nuovamente alle autorità. Queste, per mettere fine alla questione, emisero un’ordinanza che obbligava i panettieri a porgere il pane nella maniera corretta. Tuttavia, la creatività e l’ingegnosità dei panettieri entrarono in gioco, portando alla nascita del pancarrè. Decidendo di cuocere il pane destinato al boia in una cassetta chiusa, i panettieri crearono una forma di pane a parallelepipedo, piatto su tutti i lati, che soddisfaceva le esigenze delle autorità e allo stesso tempo consentiva loro di esprimere il loro disprezzo in modo sottile ma efficace.
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Questa soluzione ingegnosa non solo risolse la disputa, ma creò anche un nuovo tipo di pane che sarebbe diventato parte integrante della tradizione culinaria torinese. Ma non è finita qui perché il pancarrè oltre a servire come soluzione pratica per una situazione delicata, fece da base per la creazione di altre prelibatezze culinarie, come i tramezzini.
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