Omar, il fan

“Io sono senza parole. Mi chiamo Sara, ma non è il mio vero nome e vi scrivo per dirvi cosa mi è successo. Cioè siamo lì a dire che la donna va rispettata sempre, che non si deve mai fare violenza contro le donne, e quello che subiamo non appena usciamo un attimo dal seminato di certi trogloditi pericolosi diventa una storiella buffa per sfigati che non vedono l’ora di darti della cagna. Perché quando ho raccontato questa storia qualcuno HA RISO. Premetto che io non ho mai fatto nulla di più che usare gli strumenti per sentirmi a mio agio con il mio corpo e con la mia femminilità, ma non ho mai abusato di nessuno né ho mai costretto nessuno a fare qualcosa di immorale, ho sempre rispettato le regole e la legge, non ho un fidanzato e non ho mai messo in pericolo nessuno; perché qualcuno si deve sentire libero di minacciarmi e di farmi sentire come una sgualdrina da quattro soldi solo perché (diciamocela tutta) io non gliel’ho data? Non credo che esista una persona più infima e pericolosa di chi si sente intaccato nella virilità perché noi donne non cadiamo ai loro piedi. C’è qualcosa di terribile in tutto questo, capisco sempre di più perché accadono cose orribili come femminicidi e violenze sulle donne, siamo ancora degli oggetti da collezione che secondo alcuni maschi dovrebbero essere sempre disponibili per le loro voglie. Guardate cosa succede se una persona prova ad essere onesta e a farsi una vita tranquilla. Sono allibita, e scioccata. Aggiungete che mi stanno mettendo alla porta, e avrete un quadro completo. Che schifo. E tutto a causa di Omar.”

Scrivete cosa ne pensate nei commenti di Facebook e Buona lettura!

Sara, utilizzando uno pseudonimo, ha condiviso un’esperienza personale che mette in luce le difficoltà e gli atteggiamenti discriminatori che alcune donne possono affrontare. Nonostante il suo impegno nel vivere una vita rispettosa delle regole e della legge, e nel sentirsi a proprio agio con il proprio corpo e la propria femminilità, Sara si è trovata esposta a comportamenti minacciosi e degradanti.

La sua storia, quando raccontata, ha suscitato risate in alcuni ascoltatori, un atteggiamento che lei ha percepito come derisorio e offensivo. Sara sottolinea come non abbia mai abusato di nessuno né abbia mai forzato nessuno a fare qualcosa di immorale, sottolineando la sua indipendenza e la sua scelta di non avere un fidanzato.

La questione centrale del suo racconto è la reazione negativa e minacciosa di alcune persone, in particolare di un individuo chiamato Omar, a causa del suo rifiuto di cedere alle loro avances. Questo atteggiamento, secondo Sara, è indice di un problema più ampio nella società, dove le donne sono spesso viste come oggetti a disposizione degli uomini. Ella esprime disgusto e sconcerto per questa situazione, evidenziando come tali comportamenti possano essere correlati a fenomeni gravi come i femminicidi e le violenze sulle donne.

Infine, Sara rivela che sta affrontando anche la prospettiva di essere cacciata di casa, completando un quadro di difficoltà personale e sociale che la sta profondamente colpendo.

“Eccomi di nuovo qua, Commenti Memorabili. Eccomi a raccontare di come sono caduta in basso, a un passo soltanto dal finire come una barbona, e ai miei genitori non gliene frega niente. Dopo che Omar, il mio fan più psicopatico, ha mandato degli screen a mia madre dopo aver trovato il mio profilo Facebook, ecco che si è scatenato il finimondo. Mio padre ne ha fatto una questione di stato, sbattendomi fuori di casa con un applauso da parte di Gianni, suo fratello, che però ha qualcosa da nascondere, dato che a quanto pare non ci ha messo nulla a trovare il mio profilo OF e a confermare i dubbi seminati da quel pazzo furioso di Omar. Io ho deciso di mandare gli screen della conversazione con mia madre giusto per far capire anche a quelli che mi hanno criticata così tanto nei commenti che sono una persona normale, che in un mondo normale magari avrebbe già trovato un lavoro normale, con una vita normale, e per quanto io mi sforzi di fare qualcosa di normale invece succede sempre il contrario. Ho fatto cose innocenti con lo stesso sistema con cui generazioni di ragazze si sono pagate da vivere onestamente grazie al lavoro di modella. Adesso, solo perché con OF si tagliano molti intermediari e non si finisce tra le mani di qualche impresario bavoso, siamo tutte zo***le. Io non so più cosa pensare, intanto devo elemosinare un posto per dormire da amiche, forse per una settimana starò nello stesso posto e mi sembra già un miglioramento. Guardate che effetti hanno la cattiveria e l’ipocrisia sulla vita della gente e prima di criticarmi mettetevi un po’ davanti allo specchio.”

Sara prosegue il suo racconto, descrivendo una situazione personale sempre più difficile. Si sente prossima a diventare una “barbona”, un’espressione che usa per esprimere il suo stato di estrema precarietà, e sottolinea l’indifferenza dei suoi genitori nei suoi confronti. La situazione è peggiorata a seguito dell’intervento di Omar, descritto come il suo “fan più psicopatico”, che ha inviato degli screenshot del suo profilo Facebook alla madre di Sara, scatenando una forte reazione negativa in famiglia.

Il padre di Sara, turbato dalla scoperta, l’ha cacciata di casa, un’azione sostenuta dal fratello Gianni, che secondo Sara nasconde qualcosa, avendo trovato rapidamente il suo profilo su una piattaforma chiamata OF (OnlyFans). Sara ha deciso di condividere gli screenshot della conversazione con sua madre per dimostrare la sua normalità e contrapporsi alle critiche ricevute nei commenti online.

Sara difende le sue scelte, paragonando il suo lavoro su OF a quello delle modelle che si sono guadagnate da vivere onestamente in passato. Critica la doppia morale sociale, che condanna chi utilizza piattaforme come OF pur essendo un mezzo diretto e senza intermediari. Attualmente, Sara si trova in una situazione di grave instabilità, dovendo affidarsi all’ospitalità delle amiche e cercando disperatamente un posto stabile dove vivere.
Conclude il suo messaggio evidenziando gli effetti distruttivi della cattiveria e dell’ipocrisia sulla vita delle persone, invitando chi la critica a riflettere su sé stessi prima di giudicare gli altri.

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