I curiosi oggetti del passato ritrovati con lo scioglimento dei ghiacciai [+FOTO]

Con l’aumento delle temperature i ghiacciai restituiscono degli straordinari tesori archeologici

 

Con i cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature globali i ghiacciai si riducono sempre più, portando ad una nuova realtà a cui gli archeologi prestano molta attenzione: il riemergere di reperti antichi conservati nel ghiaccio per migliaia di anni. I ritrovamenti aprono a un nuovo campo di ricerca: l’archeologia dei ghiacciai.

Scatole, armi e cibo

Il passo di Lötschepass, nelle Alpi svizzere, a 2690 metri di altitudine, in passato era una via commerciale molto trafficata che metteva in comunicazione le valli sottostanti. Circa 10 anni fa è stato ritrovato lo scheletro di una mucca: la datazione al radiocarbonio ha stabilito che era vissuta tra il 1400 e il 1500. Ma il sito negli ultimi anni ha riportato alla luce reperti di ogni genere, tra cui un insieme di oggetti dell’età del bronzo risalenti al 2000 a.C. Gli archeologi hanno trovato una scatola di legno, due archi, frammenti di aste di frecce e tre punte di freccia di selce. All’interno della scatola c’erano chicchi di cereali, probabilmente usati per cucinare. I manufatti erano ben realizzati, segno che gli uomini sapevano come utilizzare le materie prime per creare cinture e legacci in pelle.

Otzi, l’uomo venuto dal ghiaccio

Un altro ritrovamento interessante è avvenuto il 9 settembre 1991 in Trentino-Alto Adige, ai piedi del ghiacciaio del Similaun, a 3213 metri di altezza. Il terreno ha restituito il corpo mummificato di un uomo vissuto circa 5300 anni fa e chiamato dagli archeologi Otzi. Il corpo era straordinariamente conservato grazie alle condizioni climatiche all’interno del ghiacciaio.

Sul passo Schnidejoch, un sentiero nelle Alpi bernesi a 2.756 metri di altezza, nel 2003 fu trovato un astuccio per le frecce in corteccia di betulla del 3000 a.C. Successivamente tornarono alla luce anche pantaloni e scarpe di pelle, probabilmente appartenenti alla stessa persona, insieme a centinaia di altri oggetti di epoche antecedenti, risalenti al 4.500 a.C. circa. Tutti i materiali come pelle, legno, corteccia di betulla e tessuti, che in genere si decompongono moto facilmente, sono stati ritrovati intatti nel ghiaccio.

Fino agli anni ’90 si riteneva che gli uomini preistorici non si avventurassero sulle montagne più alte e difficili da attraversare. I numerosi oggetti ritrovati ad alta quota hanno però smentito l’ipotesi, dimostrando che le catene montuose come le Alpi erano ambienti molto frequentati e scenari di numerose attività umane. Si ritiene ora che i primi esseri umani salissero sulle montagne per viaggiare nelle valli vicine, cacciare o portare animali al pascolo e cercare materie prime.

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A causa dell’aumento delle temperature, gli scienziati prevedono che il 95% dei circa 4.000 ghiacciai sparsi nelle Alpi potrebbero scomparire entro la fine di questo secolo. Sebbene da un lato lo scioglimento dia l’opportunità di fare scoperte archeologiche straordinarie, dall’altro i reperti, una volta esposti all’aria aperta, rischiano di decomporsi rapidamente e scomparire nel giro di qualche decennio.

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