Oggetti in vetro di 2000 anni fa scoperti da un robot sottomarino

Il ritrovamento è avvenuto nel mar Mediterraneo tra Capo Corso, in Corsica, e l’isola di Capraia. La nave affondata proveniva dal Medio Oriente

 

Trovato un tesoro di oggetti in vetro di epoca romana in fondo al mar Mediterraneo. Una missione italo francese ha recuperato una serie di pezzi da un relitto romano situato a circa 350 metri di profondità nella fascia di mare compresa tra Capo Corso, in Corsica, e l’isola di Capraia. Il carico consiste principalmente di pezzi lavorati e blocchi di vetro grezzi pronti per essere lavorati e risale alla fine del I sec. d.C. o all’inizio del II sec. d.C.

La collaborazione italo-francese

La missione è stata coordinata per la parte italiana dalla Soprintendenza Nazionale per i Beni Culturali Subacquei (Ministero della Cultura) diretta dalla Sovrintendente Barbara Davidde e per la parte francese dal Département des Recherches Archéologiques subaquatiques et sous-marine (Ministero della Cultura), sotto la direzione dell’archeologa Franca Cibecchini, responsabile per la Corsica.

Il relitto è stato trovato nel 2012 e si pensava inizialmente che fosse collocato in acque territoriali francesi. Sono state avviate alcune indagini preliminari negli anni successivi, ma da ulteriori accertamenti, il sito del ritrovamento è stato definito in acque territoriali italiane. Nel 2016 i due paesi hanno deciso di collaborare allo studio del relitto.

L’uso dei robot

Il ministero della Cultura francese ha messo a disposizione una nave da ricerca con a bordo due robot impiegati per scandagliare i fondali. Uno dei due dispositivi può raggiungere i 2500 metri di profondità. Permette non solo di girare video ad alta definizione ma anche di ventilare o aspirare i sedimenti e recuperare oggetti. Il robot ha recuperato una varietà di pezzi di vetro, tra cui bottiglie, piatti, tazze, ciotole, un piccolo unguentarium (vaso cosmetico) e diversi blocchi grezzi. Oltre alla vetreria, sono stati portati in superficie due grandi bacini di bronzo e alcune anfore.

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Per la quantità e il tipo di vasi vitrei gli archeologi ritengono che la nave provenisse da un porto del Medio Oriente, forse dal Libano o dalla Siria e che fosse diretta verso la costa provenzale francese.

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