Odontofobia: da dove deriva la nostra paura per il dentista?

La fobia per i dentisti ha origini storicamente radicate

 

 

Una delle fobie più diffuse a livello planetario è quella del dentista. Molti individui, infatti, spesso preferiscono rimanere doloranti a causa di problemi legati alla propria dentatura piuttosto che “sfidare” la paura di sedersi su una poltrona odontoiatrica.

Esattamente, però, da dove deriverebbe questa particolare avversione verso questa figura professionale? Nell’antichità, intervenire chirurgicamente era ritenuta un’azione altamente pericolosa a causa della scarsa igiene e delle poche conoscenze a livello medico. Ciò comportava quindi spesso il decesso dei pazienti che finivano sotto i ferri.

Inoltre queste operazioni (soprattutto quelle di matrice odontoiatrica) venivano effettuate da persone che non avevano grandi competenze mediche. Tra questi figuravano barbieri, parrucchieri o addirittura fabbri.

Durante il Medioevo, i dentisti dell’epoca erano soliti girovagare di città in città armati di appositi “strumenti” per estrarre i denti marci dalle fauci dei vari pazienti. Uno dei più comuni ed utilizzati era la “chiave dentale”, una sorta di chiave a pappagallo e che fungeva da martello, uncino e pinza.

La difficoltà delle prime operazioni odontoiatriche

Raro, poi, era anche il ricorso ad antidolorifici ed anestesie efficaci. I“farmaci” utilizzati all’epoca per tentare di rimuovere una minima percentuale di dolore erano davvero irrisori e bizzarri. Tra questi figuravano la senape, l’arsenico e le sanguisughe. Alcuni pazienti, per tentare di sentire il meno possibile il fastidio, si presentavano sulla sedia odontoiatrica completamente ubriachi.

Per i primi veri strumenti dentali bisognerà attendere il diciannovesimo secolo. Basti pensare che da quel periodo, ad esempio, per le otturazioni i dentisti riempivano le cavità dei denti trapanandoli prima manualmente per poi tapparli con un liquame di oro, piombo, mercurio e stagno.

Proprio a causa dell’utilizzo di questi composti (spesso altamente tossici), i pazienti si ritrovavano una dentatura quasi simile ad una batteria, ovvero con una alta carica elettrochimica. A causa dell’inadempienza di questi “medici”, infatti, se la cavità orale non veniva trattata e ripulita a dovere, l’idrogeno rimasto in bocca rischiava di depositarsi e far esplodere i denti già fragili, specie se le persone avevano il vizio del fumo.

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Oggigiorno, è davvero impensabile che il nostro fabbro di fiducia possa rimuoverci una carie dato che non avrebbe le competenze mediche adatte per effettuare un’operazione del genere. Tuttavia, in passato questi eventi erano davvero molto comuni. Tale figura professionale era solita svolgere anche altre mansioni inerenti alla cura delle persone, dai semplici clisteri a vere e proprie amputazioni degli arti.

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