Cosa si cela dietro i numeri? Secondo la numerologia, i numeri sono in grado di svelare la personalità dell’uomo e di indirizzare il suo destino. Ma è davvero così?
Cominciamo a dare una definizione di numerologia. La numerologia è la disciplina che studia il presunto potere dei numeri e l’influenza sulla vita e la realtà delle persone. Può essere considerata, in senso molto ampio, “la scienza dei numeri”, benché definirla scienza sia piuttosto generoso.
Eppure, la numerologia ha radici profonde, radicate nella storia dell’uomo. Già i Caldei, così come gli antichi Egizi, si dedicarono a questa antica pratica, lasciando testimonianze scritte sull’argomento. I Caldei, per esempio, sostenevano che ogni elemento avesse una propria frequenza che lo sottoponeva a fenomeni precisi e ripetitivi.
Il filosofo Pitagora, il cui ruolo nella storia della filosofia è noto, considerava matematica la struttura e la natura ultima della realtà, tanto da pensare che nel numero si nascondesse il divino. Dopo essere stato in Egitto per molti anni, tornò a Crotone, nella Magna Grecia, e fondò la scuola pitagorica, che studiò il rapporto tra i numeri e l’ordine delle cose e dei fenomeni, costruendo così un universo in cui ogni elemento aveva un rapporto matematico con gli altri. Se le teorie pitagoriche, da una parte, possono essere considerate i primi vagiti del metodo scientifico, dall’altra hanno contribuito a sviluppare la mistica dei numeri.
La storia della numerologia
La tradizione pitagorica venne poi ripresa da altre culture e religioni: pensate alla Cabala, la cui teologia si basa sulla ghematria, disciplina e metodo di esegesi che a ogni parola dell’alfabeto ebraico associa un valore numerico e, di conseguenza, attribuisce a parole e frasi con lo stesso valore numerico una correlazione tra loro e col numero stesso, oltre che un’influenza sulla realtà delle cose.
Anche in Oriente la numerologia ha conosciuto un certo successo: il tantrismo, ad esempio, ha molti riferimenti numerologici e la numerologia cinese fa riferimento al quadrato magico Lo-Shu, una matrice di ordine 3 in cui la somma dei numeri su righe, colonne e diagonali dà sempre risultato 3.
Col tempo, la numerologia ha conosciuto un certo declino: nel 325 d.C., il Primo Consiglio di Nicea mise fuori gioco tutte le pratiche che andavano oltre le credenze e le pratiche approvate dalla Chiesa, numerologia compresa.
Tuttavia, durante il Rinascimento, la numerologia riprese forza in virtù dello studio di arti e discipline oggi considerate esoteriche ma che all’epoca avevano dignità di scienza come l’Alchimia, l’Astrologia e la Cabala. Pietro Bongo, nativo di Bergamo e vissuto nel XVI secolo, dedicò diversi studi alla pratica della numerologia, tra cui il Numerorum Misterya, edito nel 1583, che si rifaceva alla filosofia pitagorica e neopitagorica.
Anche Jung, uno dei padri della psicoanalisi moderna, il teorico dell’inconscio collettivo, si riferì al numero come alla primitiva espressione dello spirito.
Oggi la numerologia, tra le persone, assume più i contorni di una superstizione che di una disciplina con teorie anche affascinanti alle spalle. Nell’immaginario popolare, i numeri sono legati al destino dell’uomo: per esempio, il venerdì associato al numero 13 (soprattutto negli Stati Uniti) o al 17 è considerato giorno nefasto, così come alcuni numeri, nel mondo del gioco, sono considerati più o meno benevoli, per non parlare dei numeri legati al sogno: la credenza popolare vuole che i numeri sognati siano potenzialmente numeri vincenti al gioco del lotto.
Dunque, pure con questi trascorsi così nobili, la numerologia può essere considerata una scienza con tutti i crismi?
Negli ambienti scientifici la numerologia è considerata una pseudoscienza, una sorta di oroscopo che, invece di usare le stelle per predire il destino di una persona, usa i numeri. Il matematico Gian Marco Rinaldi, sul sito del Cicap, si esprime così: “Naturalmente non c’è alcuna logica per cui un dato numero debba essere associato a un particolare oroscopo. I responsi sono formulati in modo da essere generici. Per verificare se la numerologia funziona davvero, bisognerebbe condurre esperimenti in doppio cieco con gruppi di persone. Non sembra che i numerologi siano desiderosi di mettersi alla prova con simili esperimenti”.
Anche Umberto Eco era solito burlarsi di cartomanti e numerologi assortiti. Durante il Festival della Matematica del 2008, tenutosi a Roma, tenne una lezione dal titolo inequivocabile: Usi perversi della matematica, dalle numerologie folli agli occultisti. Il suo interesse per la cabala era puramente intellettuale, non certo scientifico. Quando c’è un mistero apparentemente irrisolvibile spesso c’è una spiegazione scientifica, vedi il caso del cielo rosso in Giappone.
La numerologia può affascinare dal punto di vista antropologico, sociologico o per puro interesse intellettuale, ma di certo non può essere considerata una scienza: di conseguenza, la risposta alla domanda del titolo non può che essere un “no”.