“Sono Nancy e mia madre insiste perché mi sposi in chiesa. Ma io non sopporto i preti e non ce la faccio. Sto piangendo le conseguenze di avere una madre super religiosa. Sono stata educata secondo la religione cattolica sin da piccola. Catechismo dalle suore, scuola dalle suore. Comunione cresima. Sono sempre stata molto reliogiosa, fino a quando certi eventi della mia vita mi hanno portata a pensare che la chiesa aveva tantissimi limiti. Le storie della Bibbia non mi dicono niente e non ci vedo insegnamenti profondamente buoni. È una mia opinione e non giudico chi crede e ha fede. Forse la fede è un dono. Non lo so. Io non ce l’ho sto dono. Io e il mio fidanzato finalmente ci sposeremo. Siamo entrambi non religiosi e quindi non vogliamo sposarci in chiesa, ma in comune con nozze civili che hanno la stessa valenza per noi. Ma mia madre non capisce e mi ha tolto per questo qualcosa a cui tenevo tanto. Si sta comportando come quel Dio vendicativo di cui parla sempre. Questo mi dispiace molto ma io non mi comporterò come lei. Io sono diversa.”
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Una nostra lettrice, Nancy, sta affrontando un conflitto con sua madre riguardo al suo matrimonio. Cresciuta in una famiglia profondamente religiosa, ha frequentato scuole cattoliche, catechismo e ha ricevuto tutti i sacramenti. Tuttavia, crescendo, ha maturato una visione diversa, allontanandosi dalla religione e dalla Chiesa, sentendola troppo limitante per il suo modo di pensare.
Ora che ha deciso di sposarsi con il suo compagno, entrambi non credenti, ha scelto un rito civile perché per loro ha la stessa valenza di quello religioso. La madre, però, non accetta questa decisione e insiste affinché il matrimonio venga celebrato in chiesa, arrivando addirittura a togliere a Nancy qualcosa a cui teneva molto.
Nancy si sente delusa e ferita da questo atteggiamento, che le sembra più una punizione che un gesto d’amore. Nonostante tutto, non vuole cedere né reagire con lo stesso atteggiamento intransigente, perché sa di essere diversa e di voler gestire le cose con maturità.
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