Le nonne provano le emozioni dei nipoti quando guardano le loro foto

Uno studio dimostra l’enorme empatia tra nonne e nipoti

 

Che ci sia una connessione speciale tra nonni e nipoti è un fatto risaputo. Ma ora a dimostrarlo ancora di più è una ricerca degli antropologi della Emory University. Gli scienziati hanno infatti rilevato che le nonne provano le stesse emozioni dei nipoti quando guardano le loro foto. Se dunque un nipote sta sorridendo in un’immagine, le nonne riescono ad avvertire la loro gioia. Ma se il giovane sta piangendo, allora condividono il loro dolore e l’angoscia.

Lo studio innovativo è il primo ad esaminare il funzionamento del cervello delle nonne. A quanto sembra, la parte del loro cervello associata all’empatia emotiva si “accende” quando guardano le foto dei nipoti. A prendere parte allo studio sono state cinquanta nonne sane e “ad alto funzionamento” che hanno risposto a domande sulle loro esperienze con i nipoti. I quesiti includevano quanto tempo passano con loro, cosa fanno con loro e quanto amore provano verso di loro.

Più empatia da parte delle nonne rispetto ai padri

In più le hanno sottoposte a scansioni MRI mentre guardavano le immagini del loro nipote, di un bambino che non avevano mai incontrato, del genitore del loro nipote e di un adulto sconosciuto. Queste hanno rilevato che le nonne avevano più attività cerebrale nelle aree associate all’empatia e al movimento quando guardavano i propri nipoti rispetto a quando avevano di fronte le altre foto. Ma c’è anche un aspetto curioso. Le nonne hanno infatti mostrato più empatia emotiva e motivazione quando guardavano i loro nipoti rispetto ai padri che facevano lo stesso con i loro figli in uno studio precedente.

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Quello che salta veramente fuori nei dati è l’attivazione nelle aree del cervello associate all’empatia emotiva. Questo suggerisce che le nonne sono orientate a sentire ciò che i loro nipoti stanno provando quando interagiscono con loro” ha spiegato l’autore dello studio James Rilling, un professore del Dipartimento di Antropologia e del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali della Emory.

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