Le gravidanze criptiche sono un fenomeno insolito in cui una donna non riconosce di essere incinta fino al momento del parto o nei mesi avanzati di gravidanza. Questo evento, sebbene raro, è documentato e può verificarsi in qualsiasi contesto sociale e a prescindere dall’età. Le gravidanze criptiche sfidano l’idea comune che una gravidanza sia sempre accompagnata da segnali fisici inequivocabili, come nausea, cambiamenti ormonali e crescita del pancione. Tuttavia, in alcuni casi, i sintomi classici possono essere assenti o così lievi da passare inosservati, causando quindi un ritardo nella diagnosi.
Le statistiche rivelano che una gravidanza su 475 è scoperta attorno al quinto mese, mentre circa una su 2.500 viene scoperta solo al momento del parto. Ciò può essere dovuto a varie ragioni, tra cui la mancanza di sintomi tipici o la presenza di perdite ematiche scambiate per mestruazioni. In altri casi, il pancione può essere poco evidente, specialmente in donne che hanno una costituzione fisica particolare, come in quelle alte o con un elevato indice di massa corporea.
Dal punto di vista psicologico, le gravidanze criptiche sono spesso legate a una negazione inconscia della gravidanza stessa, che può verificarsi in donne con vissuti psicologici particolari o in quelle che affrontano disturbi mentali. In questi casi, il rifiuto può essere talmente intenso da portare a una vera e propria cecità nei confronti della propria condizione fisica. Il cervello, infatti, può mettere in atto meccanismi di negazione che bloccano la percezione di cambiamenti fisici e psichici, impedendo alla donna di riconoscere la gravidanza.
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Questa condizione comporta vari rischi, poiché il mancato riconoscimento della gravidanza può avere conseguenze tanto per la madre quanto per il bambino. Senza una diagnosi precoce, infatti, la donna non riceve le cure prenatali adeguate e il parto può risultare traumatico. Inoltre il legame affettivo tra madre e figlio potrebbe risultare più complesso, poiché la donna può trovarsi psicologicamente impreparata alla maternità, con il rischio di difficoltà di attaccamento.
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