Il primo neonato nello Spazio potrebbe vedere la luce entro il 2031

Un progetto molto ambizioso permetterebbe la riproduzione umana nello Spazio

 

Partorire nello Spazio è sempre sembrato qualcosa di poco fattibile, ma ora la possibilità di dare alla luce un bambino nello Spazio sta diventando sempre più concreta grazie al progetto innovativo della SpaceBorn United. Il fondatore dell’azienda, Egbert Edelbroek, ha rivelato i piani durante il primo Space and Science Congress di Asgardia, sottolineando la loro ambizione di permettere la riproduzione umana nello Spazio. Secondo le previsioni di Edelbroek, entro il 2031 potrebbe verificarsi il primo parto nello Spazio.

SpaceBorn United, specializzata nella tecnologia riproduttiva assistita, sta attualmente cercando soluzioni per rendere possibile questa visione futuristica. Il progetto prevede missioni in orbita di 24-36 ore, durante le quali le future madri potranno partorire nello Spazio. Edelbroek ha chiarito che questa opzione sarebbe limitata all’orbita terrestre bassa, a circa 2.000 chilometri di altitudine, e richiederebbe una rigorosa procedura di selezione.

Quali caratteristiche devono avere le “mamme spaziali”

Per essere considerate “mamme spaziali”, le candidate dovranno aver già completato due gravidanze e mostrare un’elevata resistenza alle radiazioni naturali. Edelbroek ha spiegato che, simile alle cliniche per fecondazione in vitro, sarà possibile indurre il parto. Tuttavia la pianificazione sarà una sfida, data la natura imprevedibile del parto naturale e le variabili associate ai voli spaziali.

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Sebbene possa sembrare un sogno lontano, Edelbroek sostiene che questa visione potrebbe diventare realtà nei prossimi 12 anni. La ricerca della SpaceBorn United continua a spingere i limiti delle possibilità umane nello Spazio, aprendo nuove prospettive e sfide etiche nel campo dell’esplorazione spaziale.

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