Il nemico del mio nemico è amico? Ora sappiamo la verità

Si tratta della teoria dell’equilibrio cognitivo

 

La teoria dell’equilibrio cognitivo, espressa dal noto detto “il nemico del mio nemico è mio amico”, ha finalmente trovato una conferma scientifica grazie alla fisica statistica. Questa importante scoperta, pubblicata sulla rivista Science Advances, è il risultato del lavoro di un gruppo di ricercatori della Northwestern University, che ha offerto nuovi strumenti per comprendere meglio le dinamiche sociali, i social media, la politica e persino le reti neurali del cervello.

Originariamente introdotta negli anni ‘40 dallo psicologo austriaco Fritz Heider, la teoria dell’equilibrio cognitivo si basa sull’idea che gli individui cercano di mantenere una stabilità psicologica nelle loro relazioni. Questo significa che le persone tendono a formare legami con altri individui o oggetti in base ai propri atteggiamenti e gusti. Sebbene numerosi studi abbiano tentato di confermare questa teoria utilizzando la scienza delle reti e la matematica, nessuno è mai riuscito a farlo in modo convincente fino ad ora.

Come si è arrivati a questa scoperta

I ricercatori Bingjie Hao e István Kovács della Northwestern University hanno finalmente trovato il modo di combinare i due elementi chiave che fanno funzionare la struttura sociale descritta da Heider: la realtà che non tutti si conoscono e il fatto che alcune persone hanno un atteggiamento più positivo di altre. Questa combinazione ha permesso loro di modellare con successo la teoria dell’equilibrio cognitivo. “Abbiamo sempre saputo che questa teoria funzionava, ma non sapevamo il perché”, ha affermato Kovács. “Per decenni abbiamo continuato a sbagliare perché la vita reale è complicata. Abbiamo capito che dovevamo tenere conto di entrambi i fattori contemporaneamente: quali persone si conoscono e quali sono più amichevoli delle altre”.

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Le reti sociali rappresentano un contesto ideale per testare questa teoria, ma l’interesse principale dei ricercatori va oltre le semplici relazioni tra amici. La loro indagine si estende a altre reti complesse, come le interazioni positive e negative nei sistemi neurali del cervello e le combinazioni di diversi farmaci. Questa scoperta apre nuove prospettive nello studio delle dinamiche sociali e delle interazioni umane. Comprendere come le persone formano e mantengono le loro relazioni non solo arricchisce la nostra conoscenza della psicologia umana, ma può anche fornire strumenti utili per migliorare le nostre interazioni quotidiane e per sviluppare nuove strategie nei campi della politica, della medicina e della tecnologia.

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