Nel 1990 centinaia di corpi mummificati risalenti a 4000 anni fa furono trovati sepolti in barche in un’area desertica nel nord-ovest della Cina. Conosciute come le mummie del bacino del Tarim, recentemente sono state sottoposte a nuovi studi che ne hanno definito in maniera più precisa le origini.
Nonostante siano trascorsi ben 4 millenni, le mummie sono sorprendentemente intatte nell’aspetto e negli abiti. I lineamenti del viso e il colore dei capelli sono ben visibili, essendo stati naturalmente preservati dall’aria secca del deserto.
Le mummie furono scoperte sepolte in bare a forma di barca ricoperte di pelli di mucca. Accanto a loro c’erano i segni di una società agricola: prodotti alimentari come grano, orzo e formaggio, nonché bestiame come pecore, capre e bovini. La costituzione fisica faceva supporre che le persone sepolte provenissero da terre straniere poiché erano alte, portavano cappelli di lana e stivaletti di cuoio e alcuni di loro avevano capelli biondi. Tuttavia, l’analisi dei genomi di 13 mummie, straordinariamente conservati, ha rivelato che non si trattava di migranti che portavano la tecnologia dall’Occidente, come ipotizzato in precedenza, ma era gente del posto con profonde radici nella zona.
In uno studio pubblicato sul Nature Journal, i ricercatori hanno analizzato i dati genetici raccolti dalle mummie. Risalgono al 2.100-1.700 a.C. e hanno rivelato la provenienza delle persone.
Sembrano essere le reliquie di un’antica popolazione scomparsa in Eurasia dopo l’ultima era glaciale, antenata delle popolazioni indigene che vivono oggi in Siberia e nelle Americhe. Si tratta di popoli che non erano culturalmente isolati. Già 4000 anni indossavano abiti di lana tessuta, costruivano sistemi di irrigazione, coltivavano grano e miglio non autoctoni, allevavano pecore e capre e mungevano il bestiame per produrre formaggio.
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Sebbene studi precedenti abbiano dimostrato che le mummie vivevano sulle rive di un’oasi nel deserto, non è ancora chiaro il motivo per cui furono sepolte in barche ricoperte di pelli di bestiame con remi in testa, una pratica rara che non si trova da nessun’altra parte nella regione e forse meglio associata ai Vichinghi.
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