Siamo spesso portati a nascondere le nostre debolezze e paure, fingendo di essere forti e indistruttibili. Del resto, potrebbe capitare che qualcuno si approfitti di noi nei momenti di debolezza. Uno studio scientifico, però, ha messo in luce che mostrare la nostra vulnerabilità non è sempre negativo: in alcuni casi, infatti, può renderci addirittura più simpatici a chi abbiamo davanti. A sostenerlo è un team di scienziati che, per dimostrare la propria tesi, è ricorso a un peculiare esperimento.
Un gruppo di volontari è stato sottoposto a situazioni stressanti: prima, ai partecipanti allo studio è stato chiesto di realizzare in soli tre minuti una presentazione in vista di un colloquio di lavoro; poi, hanno sostenuto un complesso test di matematica. Come comprensibile, i volontari hanno manifestato ansia e frustrazione, esprimendo le loro emozioni attraverso una gestualità tipica. In particolare, in situazioni di stress le persone tendevano a mordicchiarsi le unghie, giocare compulsivamente con le ciocche di capelli e toccarsi il viso.
Nel corso dell’esperimento, i partecipanti allo studio sono stati filmati e le loro reazioni sono state mostrate ad altri volontari, a cui i ricercatori hanno chiesto di valutare il livello di stress delle persone filmate. L’accuratezza delle risposte è stata davvero sorprendente: questo dimostra che i membri della nostra specie sono in grado di identificare efficacemente i segnali di stress grazie al linguaggio non verbale.
La ricerca, però, non si è conclusa qui. Infatti, gli scienziati hanno individuato un nesso tra il mostrarsi stressati e spaventati, e quindi vulnerabili, e l’empatia che gli altri dimostrano nei nostri confronti. Infatti, i partecipanti che hanno manifestato le reazioni più ansiose sono stati giudicati maggiormente simpatici rispetto agli altri.
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A differenza delle altre specie animali, infatti, in cui mostrarsi vulnerabili equivale a mettere a repentaglio la propria incolumità, gli esemplari della nostra specie provano empatia nei confronti di chi manifesta le proprie debolezze, grazie ai rapporti altamente collaborativi che instauriamo gli uni con gli altri. Manifestare ansia e vulnerabilità, infatti, può indurre le persone supportarci, rafforzando il legame sociale della comunità a cui apparteniamo.
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