L’essere umano nasce con la capacità innata di distinguere il bene dal male? Oppure, al contrario, acquisisce il senso morale come conseguenza dell’educazione, della socializzazione e dell’istruzione? Si tratta di un interrogativo estremamente affascinante, che per secoli ha suscitato riflessioni di pensatori, filosofi e persone comuni.
La scienza, naturalmente, ha preso parte al dibattito cercando di rispondere a questa domanda. In passato, gli esperti hanno ipotizzato che i semi della moralità fossero presenti sin dalla nascita. Un nuovo studio condotto da un gruppo di psicologi evolutivi della Ludwig Maximilian University di Monaco, però, sembra smentire tale assunto. In un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Developmental Science, infatti, i ricercatori hanno evidenziato come, fino a 11 mesi, i neonati risultino completamente sprovvisti della capacità di distinguere il bene dal male.
Un team di oltre 40 scienziati ha condotto uno studio che ha coinvolto più di mille neonati con un’età compresa tra i 5 e gli 11 mesi. Nel corso della ricerca, i piccoli partecipanti sono stati sottoposti a svariati esperimenti. Uno di questi, ad esempio, mostrava personaggi animati da un diverso grado di moralità, intenti ad aiutare un’altra persona a salire su una collina, a ostacolarla oppure a buttarla giù.
Dopodiché, i neonati sono stati spinti a scegliere tra il personaggio che si era comportato in modo gentile e altruistico e quello che aveva adottato un comportamento scorretto. Nella metà dei casi, i piccoli hanno scelto quest’ultimo. “Dunque, i bambini non hanno mostrato preferenze per il personaggio che aveva agito in maniera prosociale, aiutandone un altro“, ha concluso Markus Paulus, Professore di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione.
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Lo studio, quindi, ha dimostrato che le scelte dei neonati erano semplicemente mosse dal caso, appurando così che la moralità non è innata. Secondo i ricercatori, infatti, “I bambini sotto i 10 mesi non sono ancora capaci di distinguere una buona azione da una cattiva“.
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