Molti bambini credono che Siri e Alexa siano persone

Uno studio ha rivelato che i bambini dagli 8 agli 11 anni sono portati a sopravvalutare e umanizzare i dispositivi di Intelligenza Artificiale

 

Molti bambini in età scolare pensano che gli assistenti di Intelligenza Artificiale come Alexa, Siri e Google Assistant, possano provare sentimenti o pensino pensare come persone. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Computers and Education: Artificial Intelligence e relativo a come i bambini di età compresa tra 6 e 11 anni percepiscano gli assistenti IA domestici.

L’importanza dell’alfabetizzazione digitale nelle scuole

Lo studio, condotto in Scozia attraverso questionari e interviste, suggerisce che i bambini potrebbero sopravvalutare e fraintendere l’intelligenza delle popolari tecnologie.

«Ci dovrebbe essere una maggiore informazione sull’IA nelle scuole, e gli informatici dovrebbero fare attenzione che tali prodotti non inducano i bambini a pensare che siano simili agli esseri umani» ha affermato in una nota la coautrice dello studio Judy Robertson, titolare della cattedra di apprendimento digitale presso l’Università di Edimburgo.

«L’IA è spesso progettata per apparire più umana e intelligente di quanto non sia in realtà, il che crea molta confusione nei bambini».

Dei 166 bambini intervistati per lo studio, il 93% aveva uno smart speaker a casa. I piccoli hanno riferito di utilizzare i dispositivi per ascoltare musica, porre domande, cercare informazioni, ottenere aiuto con i compiti e ascoltare barzellette e storie. Una ricerca condotta da Statista, una società di analisi dati, stima che il 57% delle famiglie statunitensi possiederà almeno un dispositivo domestico intelligente entro il 2025, suggerendo che circa 40 milioni di bambini potrebbero averne uno in casa entro il prossimo anno.

I bambini sopravvalutano l’IA

Nonostante la loro familiarità con questi dispositivi, o forse proprio a causa di ciò, molti dei bambini intervistati hanno riferito dubbi sul fatto che i gadget possiedano qualità simili a quelle umane, come emozioni o capacità decisionali. Circa il 33% ritiene che gli smart speaker possano, in una certa misura, pensare da soli, mentre il 40% pensa che “forse” potrebbero farlo.

In particolare, solo l’1% dei bambini ha effettivamente classificato i dispositivi come “umani”. Circa l’80% li ha classificati come “IA” e il 15% ha affermato che erano “oggetti”. Ma dato che circa due terzi credono che i sistemi potrebbero essere in grado di pensare come noi, i ricercatori hanno sottolineato il rischio che i bambini sopravvalutino l’affidabilità e le capacità dei sistemi di intelligenza artificiale.

Migliorare la comprensione dell’IA

Molti intervistati pensano che, se il loro Alexa si dovesse rompere, non sarebbe giusto buttare via il dispositivo, anche se questa opinione era più comune tra i partecipanti più giovani. Circa il 68% dei bambini di 8 anni coinvolti nello studio aveva questo punto di vista, rispetto al 37% dei bambini di 11 anni. Alla domanda se Alexa si sarebbe sentita esclusa se non coinvolta in una conversazione, hanno risposto di sì il 73% dei bambini di 11 anni, il 72% di quelli di 10 e il 38% di quelli di 8.

«I risultati rivelano l’importanza di migliorare la consapevolezza e la comprensione dei bambini della tecnologia supportata dall’IA per garantire interazioni sicure e responsabili», ha affermato la coautrice dello studio Valentina Andries, dell’Università di Edimburgo.

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Tuttavia, secondo i ricercatori, la sopravvalutazione della tecnologia intelligente da parte dei bambini è «probabilmente innocua nel quadro generale del loro sviluppo cognitivo. Se da un lato l’IA offre loro l’opportunità di conoscere meglio il mondo che li circonda, è però fondamentale che imparino a pensare in modo critico alla provenienza di tali informazioni».

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