Mirny Mine, la gigantesca miniera che può risucchiare gli elicotteri

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Mirny Mine, la gigantesca miniera che può risucchiare gli elicotteri

| 02/11/2023
Fonte: Facebook

La miniera di diamanti si trova in Siberia e per le sue dimensioni è chiamata l’ombelico della Terra

  • Nel 1955 due geologi russi scoprirono un giacimento di kimberlite, materiale che contiene diamanti
  • Stalin ordinò lo sfruttamento della miniera ma il luogo remoto presentava diverse difficoltà dovute alle basse temperature (-40 °C)
  • La miniera è profonda 525 metri e con un diametro di 1,25 chilometri
  • L’enorme buco nel terreno riscalda l’aria che, risalendo in superficie, incontra l’aria fredda del suolo e genera forti vortici
  • Le correnti destabilizzano il volo degli elicotteri che rischiano di perdere quota e precipitare

 

Nella lontana regione siberiana, in Russia, nei pressi della città di Mirny, c’è una gigantesca miniera di diamanti a cielo aperto. È la quarta più grande al mondo, profonda 525 metri e con un diametro di 1,25 chilometri. Per la sua collocazione ha una singolare caratteristica: lo spazio aereo sulla miniera è interdetto per via di forti correnti d’aria che potrebbero risucchiare gli elicotteri.

Le difficoltà di estrazione

Il giacimento ricco di kimberlite (un materiale che può contenere diamanti) fu scoperto il 13 maggio 1955 da geologi sovietici durante una spedizione. Immediatamente Stalin ordinò lo sfruttamento del sito per risollevare le finanze sovietiche dopo il collasso dovuto alla Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia nella costruzione della miniera si presentarono subito numerose difficoltà. Per prima cosa le condizioni metereologiche della zona erano davvero dure. L’inverno in Siberia dura sette mesi con temperature che scendono a -40 °C: gli pneumatici e l’acciaio delle auto diventano troppo fragili per essere utilizzati e l’olio delle macchine si congela.

Gli ingegneri e gli scienziati hanno spesso dovuto ricorrere all’uso di dinamite e motori a reazione per sciogliere il permafrost e raggiungere i depositi sottoterra. Nei mesi estivi invece, il terreno precedentemente duro si trasformava in fanghiglia, rendendo le condizioni del sito spesso difficilmente praticabili. La maggior parte degli edifici circostanti era realizzata su palafitte per evitare che nei periodi più caldi sprofondasse nel fango. Gli eventuali impianti di lavorazione necessitavano di terreni più stabili e vennero costruiti a più di 20 km dalla miniera.

I vortici d’aria

Una volta superati gli ostacoli e avviate le estrazioni, la miniera ha lavorato a pieno regime per decenni. Negli anni ’60 produceva 10 milioni di carati (2000 Kg) di diamanti all’anno. Le operazioni di estrazione sono proseguite fino alla chiusura definitiva nel 2001. Esaurito il filone superficiale, nel 2009 è stata parzialmente riaperta per l’estrazione sotterranea ma la miniera è per la maggior parte ormai in stato di abbandono.

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L’enorme buco nel terreno (detto anche l’ombelico della Terra), genera vortici d’aria che potrebbe risucchiare gli elicotteri che ci passano sopra. Questo perché secondo gli studiosi, la miniera essendo molto profonda, riscalda l’aria al suo interno che risale in alto e incontra le fredde correnti siberiane che tendono a scendere. La grande differenza di temperatura tra l’aria all’interno del foro e quella al di sopra del suolo genera forti correnti che destabilizzano il volo degli elicotteri che rischiano di perdere quota. Sul fenomeno si sono avute diverse segnalazioni non verificate, ma per evitare  incidenti, lo spazio aereo al di sopra della miniera è interdetto al volo.

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