“mi chiamo Andrea e per il lavoro che faccio utilizzo molto i social. In questo periodo sto sponsorizzando una mia masterclass e al fondo del video lascio sempre una mail e un numero whatsapp per chi fosse interessato. Qualche settimana fa ricevo un messaggio e la persona che mi scrive aveva capito che si trattasse di un’offerta di lavoro. Cosa che in fondo è, perché mentre si studia la masterclass si può già cominciare a lavorare e generar una seconda entrata. Non prometto di diventare ricchi, insegno onestamente come si può arrotondare con un lavoro extra che di sti tempi torna sempre utile. Eugenio però, questo il nome del signore che mi contatta, dice che lui sta cercando un primo lavoro e mi racconta anche che non se la sta passando troppo bene: è su una sedia a rotelle e ha assolutamente bisogno di lavorare ma ha difficoltà a muoversi.
Per questo cerca un lavoro da remoto. A quel punto Eugenio mi ricorda tanto un’altra persona della mia vita…e quello che è successo in seguito potete leggerlo nella chat. Ci tenevo a farvi leggere questa storia e ci terrei che arrivaste fino in fondo, perché il messaggio che vorrei mandare è racchiuso proprio lì”
Scrivete cosa ne pensate nei commenti di Facebook e Buona lettura!
La nostra lettrice racconta di aver ricevuto un messaggio in risposta alla sponsorizzazione di una sua masterclass, un corso che insegna come arrotondare con un lavoro extra. A scriverle è Eugenio, un uomo che ha interpretato la sua offerta come una possibile occasione di impiego.
Eugenio le racconta di trovarsi in una situazione difficile: è su una sedia a rotelle e sta cercando disperatamente un lavoro da remoto, poiché ha difficoltà a spostarsi. Questo dettaglio colpisce profondamente la nostra lettrice, che si trova a ripensare a una persona molto importante della sua vita.
Il tono della conversazione cambia e da una semplice richiesta di informazioni diventa qualcosa di più profondo. Ciò che succede dopo è tutto da leggere nella chat, che la nostra lettrice ha voluto condividere affinché il messaggio che ha vissuto sulla propria pelle possa arrivare fino in fondo anche a chi si trova a leggerlo.
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