Il marito le mette una telecamera nascosta in casa: lei lo scopre e chiede il divorzio

Era in un blocco di ricarica

 

La storia di una coppia che si è trovata al centro di una controversia sta suscitando un dibattito intenso sulla privacy e sul rispetto all’interno dei rapporti matrimoniali. Secondo quanto riportato, il marito avrebbe installato una telecamera nascosta in casa, registrando segretamente la moglie nei suoi momenti più intimi e quotidiani, senza il suo consenso. Tutto ha avuto inizio con delle accuse da parte del marito riguardo alle presunte mancanze organizzative della moglie, tra cui il mancato invio di autorizzazioni per gite scolastiche e di assegni ai dipendenti.

Dopo ripetuti litigi, il marito ha ammesso di aver utilizzato una telecamera nascosta per spiare la moglie, affermando di voler dimostrare le sue presunte carenze. La scoperta della telecamera ha profondamente sconvolto la moglie, che si è sentita violata nella sua privacy e svalutata come individuo. Nonostante il tentativo del marito di giustificare il suo comportamento, la donna ha deciso di chiedere la separazione e successivamente il divorzio. La donna ha descritto la telecamera come nascosta all’interno di un normale blocco di ricarica, camuffata tra gli oggetti quotidiani della casa. Questo ha reso ancora più angosciante la violazione della privacy, poiché non sospettava minimamente di essere sorvegliata all’interno della propria abitazione.

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Si è sentita violata nella privacy e svalutata come persona

La donna ha spiegato: “Era una piccola telecamera nascosta all’interno di quello che sembrava un blocco di ricarica. Ne ha infilata una nella presa del soggiorno. Abbiamo tre figli che hanno tutti un sacco di caricabatterie e cose del genere, quindi non lo sospettavo”. Un’invasione della privacy che proprio non ha gradito: “Il punto è che mio marito ha cercato di dimostrare che le mie capacità amministrative non sono all’altezza degli standard di super mamma casalinga che lui, in quanto businessman, merita”. E così la conseguenza ha potuto essere una sola: “Alla fine ho visto un avvocato e ho chiesto il divorzio perché mi sono sentita violata nella privacy e svalutata come persona”.

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