Il manuale

“Mi chiamo Antonella sono una studentessa al terzo anno di lettere e nel corso degli ultimi mesi ho cominciato a cercare un lavoro per pesare meno sulla mia famiglia. La ricerca non è stata semplice anche perché io volevo escludere tutti quei lavori che ti vedono impegnata fisicamente, come la commessa o la cameriera ecc…, per cercare un lavoro da svolgere magari a distanza. E avere così il tempo di studiare e frequentare. Mi imbatto così in un annuncio che cerca assistenti alla vendita (scoprirò poi che vuol dire tutto e niente) ma la nota positiva è che posso svolgere il lavoro da remoto. L’azienda non è nemmeno nella mia città di residenza. Mando la mia candidatura e dopo una settimana mi chiamano. Faccio il colloquio e il giorno seguente mi offrono un lavoro con collaborazione a p. Iva o ritenuta d’acconto.
Fin qui tutto bene. L’avevo messo in conto. Poi cominciano una serie di cose molto strane. Vi lascio la chat e la invio perché credo che soprattutto noi giovani, ma non solo, dovremmo cominciare seriamente a ribellarci senza farci prendere in giro!”

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Antonella, studentessa al terzo anno di lettere, ha deciso di cercare un lavoro per pesare meno sulla sua famiglia. Desiderava un lavoro che non richiedesse un impegno fisico intenso, come quello di una commessa o cameriera, preferendo qualcosa che potesse svolgere a distanza, in modo da avere tempo per studiare e frequentare le lezioni. Durante la sua ricerca, si è imbattuta in un annuncio per assistenti alla vendita, una posizione che sembrava interessante perché poteva essere svolta da remoto, senza la necessità di spostarsi nella città dove si trovava l’azienda.

Antonella ha inviato la sua candidatura e, dopo una settimana, è stata contattata per un colloquio. Il giorno seguente, le hanno offerto un lavoro con collaborazione a partita IVA o ritenuta d’acconto. Fin qui, tutto sembrava normale e in linea con le sue aspettative.

Tuttavia, poco dopo l’inizio del lavoro, Antonella ha notato che cominciavano a verificarsi una serie di cose molto strane. Preoccupata, ha deciso di condividere la chat che documenta questi eventi, convinta che soprattutto i giovani, ma non solo, debbano cominciare a ribellarsi e non farsi prendere in giro da situazioni lavorative poco chiare e potenzialmente ingannevoli.

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