Mangiare dopo le 23 fa malissimo: lo studio

Il rischio è molto elevato nei lavoratori turnisti

 

Secondo uno studio recente pubblicato su Nutrition & Diabetes e riportato in occasione della Giornata Mondiale del Sonno, mangiare dopo le 23:00 è associato a un più alto rischio di mortalità per tutte le cause, con un rischio quasi raddoppiato per il diabete. Questo problema coinvolge principalmente i lavoratori notturni e i turnisti, rappresentando una preoccupazione significativa per la salute pubblica.

Il professor Angelo Avogaro, Presidente della Società Italiana di Diabetologia, ha sottolineato l’importanza del momento in cui vengono consumati i pasti, affermando che mangiare pasti notturni ad alto contenuto energetico espone a rischi maggiori. La scelta degli alimenti diventa quindi una strategia fondamentale per contrastare i rischi dell’alimentazione notturna, sia per abitudine che per necessità professionali, come nel caso dei lavoratori turnisti, che costituiscono circa il 18% della popolazione lavorativa italiana.

I ritmi di vita moderni e l’esposizione alla luce artificiale interferiscono con l’orologio biologico

Lo studio ha evidenziato un aumento del rischio di mortalità più del doppio per il diabete nei soggetti che cenano tra le 23:00 e mezzanotte. Inoltre nel gruppo che consuma pasti ad alta intensità calorica il rischio di mortalità generica aumenta del 21%, mentre per il diabete è quasi raddoppiato. Il corpo umano è influenzato da un orologio biologico situato nel cervello, che sincronizza tutte le funzioni dell’organismo in base alle ore del giorno. Questo orologio è sensibile alla luce, con la melatonina che gioca un ruolo fondamentale nel regolare il sonno, la temperatura e l’appetito.

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Tuttavia i ritmi di vita moderni e l’esposizione alla luce artificiale interferiscono con questo orologio biologico, alterando i ritmi naturali e aumentando il rischio di disturbi metabolici e malattie croniche. In particolare i lavoratori turnisti notturni mostrano un indice di massa corporea più elevato rispetto ai lavoratori diurni, con alterazioni metaboliche significative come iperglicemia, aumento dei trigliceridi e diminuzione del colesterolo “buono”. Questi lavoratori tendono anche ad assumere cibi meno salutari e ultra-processati, come il junk food, che aumenta il rischio di obesità e diabete.

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