La mamma vegana

“Mi chiamo Carla e scrivo perché devo rendere pubblico un fatto accaduto tra me e la mamma di un’amichetta di mia figlia. Premetto che le nostre figlie sono molto amiche, ma anche se ci ho provato, io e lei non siamo mai riuscite a legare molto. Lei è una di quelle persone estreme, che se crede in qualcosa la porta all’estremo appunto, senza rendersi conto che a volte il dialogo è necessario.
Un giorno la sua bambina viene a giocare a casa della mia e io mi accorgo che la bambina si gratta in maniera furiosa la testa. Mi avvicino e la osservo per un po’ mentre gioca…mi sembra chiaro che abbia qualcosa che non va. Le chiedo se le prude tanto la testa e da quanto e lei risponde di sì, che le prude da diversi giorni e che la mamma la spazzola in giardino. Comincio a pensare che abbia preso i pidocchi, ma è sempre un argomento delicato e così ragiono su un po’ prima di parlarne con la mamma. Poi però mi convinco e le invio i messaggi che troverete in questa chat. Con assoluta cautela comincio a domandarle se per caso la bambina non abbia preso i pidocchi, può succedere e non sempre è sintomo di cattiva igiene personale. Rimango però scioccata quando la donna mi risponde di sì e che non ha intenzione di fare nulla per eliminarli… Immagino che resterete scioccati quanto me dalla conversazione che segue.”

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Carla racconta un episodio assurdo che coinvolge la mamma di un’amichetta della figlia. Le due bambine sono molto legate, ma tra le madri il rapporto non è mai decollato. La donna, descritta come estremista nelle sue convinzioni, si distingue per un approccio rigido e poco aperto al dialogo. Questo atteggiamento emerge chiaramente quando Carla si ritrova a dover affrontare un tema delicato: i pidocchi.

Un giorno, durante una sessione di gioco tra le due bambine, Carla nota che l’amichetta della figlia si gratta la testa in modo insistente. Preoccupata, osserva meglio la situazione e decide di fare qualche domanda alla piccola, che conferma di avere prurito da diversi giorni e racconta che la madre le spazzola i capelli in giardino. Insospettita, Carla ipotizza che la bambina possa avere i pidocchi. Consapevole della delicatezza dell’argomento, riflette a lungo prima di decidere di contattare la madre.

Con molta cautela, Carla invia un messaggio alla donna, chiedendole se sia possibile che la figlia abbia preso i pidocchi, sottolineando che si tratta di una cosa comune e non legata necessariamente all’igiene personale. La risposta della madre, però, lascia Carla senza parole: la donna conferma che la figlia ha i pidocchi, ma aggiunge che non intende fare nulla per eliminarli.

La conversazione che segue, riportata da Carla nella chat, è surreale. La madre dell’amichetta giustifica la sua decisione con argomentazioni che rasentano l’assurdo: parla di un approccio “naturale” e “olistico” al problema, rifiutando categoricamente l’uso di prodotti chimici o trattamenti specifici. Carla, incredula, cerca di farle capire l’importanza di affrontare la situazione per il benessere non solo della bambina ma anche degli altri bambini con cui entra in contatto, inclusa sua figlia.

Nonostante i tentativi di dialogo di Carla, la donna rimane ferma sulle sue posizioni, arrivando a minimizzare il problema e a considerare la questione dei pidocchi come un fenomeno “naturale” che non richiede interventi. Questa rigidità lascia Carla scioccata e preoccupata, non solo per le conseguenze pratiche ma anche per l’atteggiamento della madre, che dimostra un totale disinteresse per il disagio della figlia.

Condividendo questa storia, Carla cerca non solo di sfogarsi, ma anche di sottolineare l’importanza di un dialogo aperto e di un approccio responsabile alle questioni che riguardano la salute e il benessere dei bambini.

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