In base alle recenti stime della rivista Forbes, gli uomini attualmente più ricchi al mondo sono Bernanrd Arnault (211 miliardi di dollari), Elon Musk (180), Jeff Bezos (114), mentre Bill Gates compare al sesto posto con 104 miliardi di dollari.
Gli odierni miliardari, seppure abbiano ingenti patrimoni, non sono i più ricchi della storia. Il titolo va invece ad un personaggio vissuto in un lontano passato le cui ricchezze erano sconfinate. Si tratta di Mansa Musa, re dell’Impero del Mali, vissuto nel XIV secolo. I suoi averi erano così immensi che gli storici faticano a quantificarli. Sul web molti siti attestano il suo patrimonio a 400 miliardi di dollari, ma si pensa che la cifra sia solo indicativa del suo effettivo patrimonio.
Gran parte della storia di Mansa Musa (mansa ha il significato di “re”), deriva dai documenti dell’epoca che ne raccontano le gesta. Nato nel 1280, salì al potere nel 1312, governando su un Impero già di grandi dimensioni e allargandone ulteriormente i confini.
La crescita del suo potere fu alimentata dall’abbondante offerta di risorse naturali che si trovavano nei suoi sconfinati territori, tra cui oro e sale. Secondo il British Museum, durante il regno di Mansa Musa l’Impero del Mali forniva quasi la metà dell’oro del Vecchio Mondo. Con i principali snodi commerciali all’interno dei suoi territori, il sovrano accumulò ricchezze mai viste nella storia.
Nel 1324 il re, devoto musulmano, decise di intraprendere un pellegrinaggio alla Mecca. Il viaggio di 4000 chilometri fu intrapreso in maniera spettacolare. Ad accompagnare il re c’erano circa 60.000 uomini, tra cui l’intera corte reale, soldati e 12.000 schiavi che governavano una imponente fornitura di beni alimentari, tra cui capre, pecore e altri animali. Nei testi dell’epoca la carovana fu descritta come una città che si muoveva attraverso il deserto e ogni persona era adornata d’oro, i cammelli erano carichi d’oro e persino gli schiavi indossavano preziosa seta persiana.
Mansa Musa era un sovrano generoso e benevolo e distribuiva oro alle persone che incontrava, soprattutto poveri. La sua generosità, tuttavia, causò una pesante inflazione dell’oro in Egitto e il paese impiegò 12 anni per riprendersi dalla crisi.
Il sovrano aggiunse ai suoi domini la città di Timbuctu, che divenne un fiorente centro culturale ed economico dove furono costruite scuole, biblioteche, moschee e l’Università di Sankore. Si dice che l’università vantasse circa un milione di manoscritti, avendo all’epoca una delle più grandi biblioteche del mondo.
Leggi anche: La più gande pepita al mondo? “Pesava come un uomo”
Dopo il suo ritorno a casa, le notizie sulla fine del suo regno sono piuttosto scarse. Pare che morì nel 1332 o 1337, lasciando il suo Impero in eredità ai figli che, però, non riuscirono a tenerlo unito condannandolo ad una lenta disgregazione.
Share