Il quartiere di Luník IX – nella città slovacca di Košice – nacque originariamente come un complesso residenziale destinato a soldati, agenti di polizia e rom, quello che un tempo era chiamato il tipo “ABC” ( Armáda – Esercito, Bezpečnost – Sicurezza, Cigáni – Zingari). All’inizio, sia i non rom che i rom vivevano nei suoi complessi di appartamenti prefabbricati. Nel corso degli anni successivi tutti gli abitanti non rom si trasferirono altrove. Nel 1981, la città di Košice ha adottato un “Concetto per risolvere i problemi degli abitanti rom per il periodo 1981-1985”.
Lo scopo del progetto non era solo quello di distruggere le baracche del campo Rom di Košice e di svuotare il nucleo storico della città dai residenti in modo che potesse essere ricostruito, ma anche di acquisire quelli che spesso erano edifici potenzialmente redditizi nel centro della città mentre risolvere il problema abitativo delle famiglie rom. Tuttavia, nel valutare la propria delibera, il consiglio comunale ha anche affermato che non sarebbe stato possibile risolvere tale problema fino al 1990, in linea con il principio politico originario secondo cui la popolazione rom deve essere dispersa in base al luogo in cui risiede.
Per questo motivo, 220 appartamenti a Luník IX vennero riservati agli inquilini di etnia rom. Venne istituita una scuola (ad oggi autogestita dai residenti), un ambulatorio medico, una biblioteca, un centro culturale, un ufficio distaccato della Commissione Segreteria del Consiglio Nazionale per i Cittadini Rom e furono istituiti spazi per il Corpo di Sicurezza Nazionale e l’Ispettorato Pubblico Municipale per creare le condizioni per “l’educazione e la rieducazione degli abitanti di origine zingara”, come la descrivevano i documenti dell’epoca.
Tra il 1981 e il 1989 il complesso residenziale fu caratterizzato da un’elevata concentrazione di rom. Dei circa 2.000 abitanti, i Rom rappresentavano circa la metà. La gente oggi vive lì senza elettricità né acqua in condizioni improvvisate e nel degrado più totale. L’immondizia non viene ritirata e le fogne non funzionano a dovere. Tutto ciò ha portato l’aumento di malattie e la presenza di topi. L’aspettativa di vita è stata calcolata poco al di sotto dei 30 anni con un tasso di disoccupazione che ha quasi raggiunto il 100%.
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Ad oggi, nel quartiere c’è una sola fermata di trasporto pubblico e – a causa dei residenti ostili e ai numerosi assalti ai mezzi di trasporto – i conducenti che accettano di attraversare la zona hanno diritto a un’indennità aggiuntiva. Gli abitanti di Košice hanno lanciato una petizione contro le famiglie che vi abitano un anno fa e hanno raccolto più di 1.000 firme su di essa. Si stima che la zona sia abitata da più di 6.000 persone ma il numero esatto è sconosciuto in quanto è impossibile effettuare un censimento preciso.
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