Il fisico e scrittore di romanzi di fantascienza Samuel Peralta ha acquistato degli spazi sui razzi che la NASA manderà sulla Luna. Il suo obiettivo è quello di conservare una selezione della cultura umana sul satellite. Per questo, affiderà all’Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche statunitense quattro “capsule del tempo” davvero speciali.
In realtà, non si tratta di vere e proprie scatole che contengono oggetti nascosti allo scopo di essere rinvenute a distanza di tempo. Più propriamente, sono degli archivi miniaturizzati in cui alcuni grandi capolavori artistici come romanzi, poesie, canzoni, film e tanto altro sono stati incisi su particolari supporti tecnologici leggibili anche in un futuro molto lontano. Il suggestivo progetto, chiamato Lunar Codex, include le opere di artisti provenienti da ben 157 Paesi diversi, che Peralta ha coinvolto personalmente.
La prima capsula del tempo contenente una parte del nostro patrimonio artistico e culturale dovrebbe partire alla volta della Luna in autunno. Il costo del trasporto è di circa 3.000 euro, sborsati in toto da Peralta, che non ha chiesto contributi economici a nessun altro. Infatti, per partecipare al peculiare progetto occorre semplicemente dare la propria autorizzazione e, nel caso di materiale protetto dai diritti d’autore, dare il via libera al processo di archiviazione.
Eppure, non tutte le persone contattate dall’ideatore del Lunar Codex hanno accettato di prendervi parte. Infatti, in molti hanno rifiutato sospettando che potesse trattarsi di un imbroglio. Del resto, come dar loro torto? Peralta ha raccontato: “Dico loro “Vorrei fare arrivare la tua arte sulla Luna” e pensano che sia un qualche tipo di truffa“.
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Per quanto il progetto risulti ambizioso e interessante, questa non è certo la prima volta in cui gli esseri umani cercano di far arrivare la propria arte sulla Luna. Sul satellite, infatti, sono già approdate una mattonella di ceramica disegnata da grandi artisti, tra cui Andy Warhol, e una scultura di alluminio realizzata da Paul van Hoeydonck in onore degli astronauti morti nelle prime missioni spaziali.
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