L’ultima frontiera della scienza, i robot commestibili [+VIDEO]

I dispositivi realizzati con componenti alimentari possono essere impiegati in diversi settori

 

Immagina di ordinare cibo da asporto che ti viene consegnato da un drone e che, dopo aver mangiato il pasto, mangi anche il drone come dessert. Se può sembrarti pura fantascienza, sappi che la tecnologia dei robot commestibili è già una realtà e in futuro potrebbe avere molte applicazioni pratiche.

La sintesi tra cibo e robot

Gli scienziati hanno già realizzato parti di robot con componenti commestibili. La prossima sfida è assemblarli in maniera tale da creare un intero dispositivo con parti alimentari.

«Unire robot e cibo è una sfida affascinante», ha affermato Dario Floreano, direttore del Laboratorio di sistemi intelligenti (LIS) dell’EPFL, la Scuola Politecnica Federale di Losanna, in Svizzera. In un articolo scientifico recentemente pubblicato, Floreano spiega che la tecnologia è ancora in fase di studio: «Stiamo ancora cercando di capire quali materiali commestibili funzionano in modo simile a quelli non commestibili». A prima vista cibo e robot sembrano inconciliabili, eppure potrebbero avere una vasta gamma di potenziali applicazioni in ambito medico, nutrizionale, ambientale e nella cura degli animali.

I prototipi già realizzati

Nel 2021 Floreano, insieme ad altri scienziati di università europee, ha avviato il progetto RoboFood, ricevendo 3,5 milioni di euro di finanziamenti UE per portare avanti gli studi. Secondo il sito web RoboFood, «l’obiettivo generale» del progetto è «gettare le basi scientifiche e tecnologiche per lo sviluppo di cibo robotico e robot veramente commestibili». Dei prototipi sono già stati sviluppati nel corso degli anni.

Nel 2017, gli scienziati dell’EPFL hanno creato una pinza in grado di movimentare una mela composta da due attuatori completamente commestibili, realizzati in materiale gelatinoso e glicerolo.

Nel 2022 è stato assemblato un drone ad ala fissa con ali fatte di gallette di riso soffiato incollate insieme con gelatina. Solo le ali del drone erano commestibili, ma volava a una velocità di 10 m al secondo e poteva trasportare il 50% della propria massa come carico utile commestibile.

Nel 2023, i ricercatori dell’IIT hanno creato una batteria ricaricabile commestibile realizzando un anodo di riboflavina (vitamina B2) e un catodo di quercetina, un pigmento naturale presente nelle cipolle rosse, nei capperi e nel cavolo riccio. Il carbone attivo aumentava la conduttività, mentre l’alga nori, la sostanza che di solito viene avvolta attorno ai rotoli di sushi, veniva utilizzata per prevenire cortocircuiti. Confezionata con cera d’api, la batteria funzionava a 0,65 volt, un voltaggio ancora sicuro per l’ingestione. La batteria riusciva ad alimentare un led per circa 10 minuti.

I prossimi studi

Una delle prossime sfide è di capire come i dispositivi possano interagire con il sistema digestivo, nonostante i componenti siano costituiti da alimenti che mangiamo normalmente.

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I robot alimentari potrebbero essere impiegati nell’analisi del tratto digestivo e nella somministrazione di farmaci, nelle manovre lungo l’esofago per la rimozione di blocchi alimentari, per la nutrizione di esseri umani e animali, per il monitoraggio ambientale. Essendo commestibili e biodegradabili, costituiscono un impiego ecosostenibile rispetto agli attuali dispositivi.

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