Lo hanno definito “l’uomo che sussurrava alle pietre”. E Luigi Lineri, classe 1937, delle pietre ha fatto una ragione di vita. Da quando ha raccolto la prima, nel 1964, mentre passeggiava lungo il corso del fiume Adige, non si è più fermato.
Da allora di sassi ne ha selezionati e catalogati a decine di migliaia, studiandone le forme, le caratteristiche, le particolarità, facendo di ognuno un tassello essenziale dell’incredibile museo allestito nella sua casa a Zevio, in provincia di Verona.
Lineri nella vita ha fatto diversi mestieri: calzolaio, infermiere, scrittore, pittore. Ha seguito nei decenni le trasformazioni del fiume Adige dovute all’intervento dell’uomo, con l’escavazione della ghiaia, la costruzione di condotte, il progressivo inquinamento delle acque e l’accumulo dei rifiuti lungo le sponde. Dall’Adige ha raccolto per una vita intera i sassi, amorevolmente collezionati nel suo museo, attribuendo ad ognuno una forma e un significato, in un connubio tra uomo e natura.
A Luigi Lineri è stato recentemente dedicato anche il film documentario “La Ricerca”, del regista Giuseppe Petruzzellis. Un racconto dell’uomo e dell’artista, della sua visione del mondo tra arte, natura e prospettive future. «I sassi parlano» afferma Lineri in un passaggio del film, mentre cammina lungo il corso del fiume e osserva i ciottoli ai suoi piedi.
Leggi anche Artista del ricamo crea incredibili ritratti su parete [+VIDEO]
Osserva le fattezze dei sassi, ne scruta i dettagli, ne racconta le storie, facendone un’indagine esistenziale collettiva. «Per ritrovare se stessi non occorre andare lontano. Guarda sotto i tuoi piedi. Cammina dentro di te».
Share