La questione centrale qui sembra essere il confine tra competizione amichevole e serietà eccessiva, un equilibrio spesso difficile da mantenere in contesti ludici che coinvolgono l’orgoglio e la competitività. Da un lato, il narratore giustifica la propria delusione e amarezza di fronte a un atteggiamento che percepisce come ingiustificatamente aggressivo; dall’altro, si interroga sulla propria responsabilità nel contribuire a un clima che ha permesso che la situazione degenerasse.
La domanda posta, “cosa dovrei fare?”, riflette un desiderio di risoluzione che tiene conto sia della propria reazione emotiva sia della necessità di ricucire, se possibile, il rapporto danneggiato da questa disputa. In situazioni simili, un passo verso la risoluzione potrebbe essere rappresentato dal tentativo di aprire un dialogo sincero e costruttivo, riconoscendo le proprie azioni e le proprie parole che hanno potuto alimentare il litigio, senza per questo sminuire l’importanza delle proprie emozioni e del proprio vissuto.