In una lettera Einstein aveva previsto l’influenza del magnetismo terrestre sugli animali

Il premio Nobel in una risposta inviata a Glyn Davys nel 1949 esternò una sua intuizione confermata poi da successivi studi

 

In una lettera del 1949 Albert Einstein aveva previsto l’influenza del campo magnetico sull’orientamento degli animali. Lo scienziato aveva trattato l’argomento in un foglio dattiloscritto che aveva inviato come risposta a Glyn Davys, un ingegnere che lo aveva contattato per fargli una domanda sulla percezione animale del mondo fisico.

La corrispondenza tra i due scienziati

Fino ad oggi la lettera era rimasta sconosciuta alla comunità scientifica e al grande pubblico. È venuta alla luce quando dopo la morte di Davys, nel 2011, la moglie Judith stava mettendo a posto le sue carte. La lettera di Einstein è stata messa al sicuro per molti anni fino a quando una copia è stata recentemente donata agli Archivi Albert Einstein dell’Università di Gerusalemme, dove Einstein aveva lasciato in eredità i suoi appunti, lettere e documenti. La lettera è stata autenticata nel 2012.

La domanda originale di Davys, che diede origine alla corrispondenza, è andata perduta ma a giudicare dalla risposta di Einstein, l’ingegnere gli aveva chiesto qualcosa a riguardo la percezione animale del mondo fisico.

La previsione

«È pensabile che l’indagine sul comportamento degli uccelli migratori e dei piccioni viaggiatori possa un giorno portare alla comprensione di qualche processo fisico che non è ancora noto», scrisse Einstein nella sua risposta. Più di 70 anni dopo, sappiamo che l’intuizione di Einstein era giusta. Gli studi hanno dimostrato l’influenza del campo magnetico terrestre sugli animali, che consente agli uccelli di migrare per migliaia di chilometri seguendo una determinata rotta, così come a cani, tartarughe marine e api di orientarsi nell’ambiente.

Il premio Nobel aveva però alcuni indizi per fare le sue supposizioni. Nel momento in cui scrisse la lettera, biologia e fisica avevano compiuto nuove scoperte, come l’ecolocalizzazione dei pipistrelli e la tecnologia radar.

Leggi anche: Effetto Einstein: quando le parole “intellettuali” rendono credibile ogni cosa

Lo stesso Davys era un ricercatore del settore, motivo per cui era interessato ai sensi degli animali, in particolare delle api. Nella lettera Einstein ammetteva di conoscere bene Karl von Frisch, che aveva da poco scoperto che le api si orientano per mezzo della luce polarizzata. Dall’invio della missiva molto è stato scoperto sul comportamento delle api e su come gli insetti percepiscono il mondo. Molto però resta ancora da fare, poiché gli esatti meccanismi con cui gli animali percepiscono la luce o il campo magnetico terrestre sono ancora oggetto di studio per una comprensione globale e dettagliata.

Fonte: Facebook

Share