Le tracce di aratro più antiche al mondo risalgono a 7000 anni fa [+VIDEO]

I solchi millenari sono stati scoperti in un insediamento neolitico a Sion, in Svizzera

 

Le più antiche tracce di aratro nel terreno sono state scoperte nel sito Anciens Arsenaux a Sion, in Svizzera. L’insediamento di agricoltori neolitici si trovava sul cono alluvionale del Sion, un torrente alpino che attraversa la città e si getta nel Rodano. Nel 2017, gli scavi del sito per l’Archivio cantonale del Vallese hanno rivelato livelli di occupazione umana alternati e depositi alluvionali spessi dieci metri. Gli insediamenti furono presenti nella zona per tutto il Neolitico, in un arco di tempo tra il 5200 e il 3500 a.C.

I depositi alluvionali

La scoperta è stata possibile proprio grazie ai depositi alluvionali stratificatisi nel terreno. Gli antichi segni dell’aratro vengono infatti facilmente cancellati dall’erosione o dall’agricoltura successiva, quindi la scoperta delle tracce risulta estremamente rara ed è stata possibile solo grazie ai sedimenti del fiume che hanno man mano ricoperto e conservato le impronte dei solchi negli strati di suolo.

I ricercatori hanno utilizzato una datazione dettagliata al radiocarbonio su materiali organici trovati sopra e sotto le impronte, per arrivare alla datazione del primo periodo neolitico.

Le prove più evidenti di animali che trainavano strumenti simili ad aratri nell’agricoltura europea, prima di questa scoperta, provenivano da siti nella Germania settentrionale e in Danimarca e risalgono a circa 3.700 anni fa.

L’uso della forza animale in agricoltura 

Il sito di Sion contiene solchi paralleli e impronte coerenti con il passaggio di un aratro trascinato nel terreno, così come impronte di zoccoli che indicano che la forza di trazione proveniva da bovini addomesticati. In passato, dalle ossa di animali sono emerse prove che le popolazioni di aree come l’Anatolia e i Balcani utilizzassero occasionalmente buoi per la trazione sin dal settimo millennio a.C.

Si tratta della prima prova concreta di un’agricoltura con l’aratro rinvenuta nell’archeologia preistorica. Rispetto all’agricoltura che si basa solo sul lavoro umano e sugli strumenti manuali, l’uso della forza animale per trainare gli aratri ha rappresentato nella storia un’innovazione tecnologica significativa che ha aumentato la produttività e il surplus agricolo, consentendo la coltivazione di aree molto più grandi.

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Nelle prime società agricole si ritiene che la conseguente eccedenza di produzione abbia contribuito alla stratificazione economica e alla complessità sociale. L’abbondanza di raccolti consentì alle popolazioni precedentemente nomadi di diventare stanziali e di avere sempre più figli, determinando i primi boom demografici.

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