Stanno facendo notizia sui social le rivelazioni di Ann Hiatt, un’ex dipendente di Amazon. La donna ha spiegato di aver mandato il suo curriculum all’azienda nel 2002 “senza pensarci molto”. Ma, al colloquio finale, si è ritrovata davanti il fondatore in persona Jeff Bezos. Ha dunque svelato al mondo quali sono state le due domande che l’ex CEO di Amazon le ha fatto per assumerla. Prima dell’incontro con Bezos, tuttavia, ha dovuto attenersi ad un iter molto lungo e rigido di colloqui con assistenti senior. Alcuni dei quali, pensate, duravano tutto il giorno.
Ad un certo punto, poi, Ann – che ora ha creato una società di consulenza – non ha più avuto aggiornamenti per diversi mesi da Amazon. Ormai aveva perso le speranze, ritenendo che la procedura fosse andata male e l’avessero scartata. All’improvviso un giorno l’hanno chiamata per il colloquio finale in cui avrebbe deciso le sue sorti. Ricordando quel memorabile momento in un articolo per CNBC, la donna ha scritto: “Mi sentivo rilassata al colloquio quella mattina di ottobre. Ero pazientemente seduta su una sedia della sala conferenze quando la porta si è aperta ed è entrato Bezos”. Sorpresa.
Ann ha continuato: “Si è seduto di fronte a me e si è presentato. Ha iniziato il colloquio promettendo che avrebbe fatto solo due domande e che la prima sarebbe stata un rompicapo ‘divertente’. Ho fatto un respiro profondo mentre lui si alzava e srotolava una penna alla parete della lavagna. Voglio che tu stimi il numero di lastre di vetro della città di Seattle”. La donna è rimasta leggermente “terrorizzata”, come ha detto lei stessa, dal compito che doveva affrontare. Poi, però, ha cercato di calmarsi e ha spiegato di aver pensato che Bezos volesse vedere come funzionava la sua mente.
Così ha rotto il problema in pezzi più piccoli, stimando la popolazione di Seattle e ipotizzando che ogni persona potesse avere una casa, un mezzo di trasporto e un posto di lavoro o di scuola, ognuno dei quali ha delle finestre. “A questo punto abbiamo fatto i conti. Ci siamo addentrati in ogni possibile scenario, gruppo, anomalia e modi per tenere conto di queste eccezioni. Ricordo di avere provato un brivido quando ha scritto la stima finale, l’ha cerchiata e ha detto: ‘Sembra giusto’”.
Ma questo era solo il 50% del suo colloquio, perché Bezos doveva farle la seconda domanda, molto più diretta. Le ha chiesto quali fossero i suoi obiettivi di carriera. Ann ha spiegato il suo desiderio di imparare e di spingersi fuori dalla sua zona di comfort e alla fine il fondatore di Amazon l’ha assunta. Lì ha lavorato come suo executive business partner per 15 anni. Per tutto questo tempo è stata seduta alla scrivania di fianco a lui.
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E Ann in questi anni ha capito il perché di quelle domande: “Conoscendo Bezos come lo conosco ora, ho compreso perché quelle erano le sue uniche due domande. Stava misurando il mio potenziale ponendo questioni che avrebbero esplorato se avevo la grinta, il coraggio e la motivazione per correre al suo ritmo ed essere abbastanza coraggiosa da saltare costantemente con lui e salire di livello”.
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