Negli ultimi anni è emersa una nuova filosofia di vita che si oppone alla costante corsa all’approvazione e alla partecipazione a eventi sociali: la Jomo, acronimo di “Joy of Missing Out”, ovvero la “gioia di perdersi qualcosa”. Questa tendenza si contrappone direttamente alla Fomo (“Fear of Missing Out”), la paura di essere esclusi e di perdere esperienze importanti, spesso alimentata dai social media. In un mondo dove siamo sempre connessi e costantemente aggiornati su cosa stanno facendo gli altri, il concetto di Jomo ci invita a fermarci, disconnetterci e godere dei momenti di tranquillità, senza il bisogno di essere ovunque o di fare tutto.
La Jomo rappresenta una scelta consapevole di rallentare e dare priorità al benessere personale piuttosto che all’ansia di non essere al centro dell’attenzione. È un invito a dedicare tempo alle piccole cose che ci arricchiscono davvero, come un buon libro, una passeggiata in solitudine o una serata di relax senza la pressione di dover essere sempre attivi e socialmente coinvolti. Il contrario della Fomo, che è spesso alimentata dall’insicurezza e dal desiderio di apparire, la Jomo promuove l’autenticità e l’apprezzamento del momento presente.
Questo messaggio, più profondo di quanto sembri, ci invita a riflettere su come, spesso, la felicità non risiede nel fare, ma nel saper essere e nel godere di esperienze più intime e personali. Abbracciare la Jomo significa, dunque, fare un passo indietro dal costante bombardamento digitale e sociale, per riscoprire il piacere di momenti di solitudine e introspezione. Le piccole pause, come lasciare il telefono in un’altra stanza, rallentare il ritmo quotidiano, o semplicemente dire “no” quando è necessario, diventano strumenti essenziali per il nostro benessere.
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Il vero lusso oggi è riuscire a godere della pace e della serenità senza sentirsi obbligati a inseguire esperienze o a soddisfare le aspettative altrui. In questo senso, la Jomo non significa abbandonare la vita sociale, ma riorganizzarla, dando valore a ciò che veramente conta e lasciando andare la pressione di essere sempre presenti. È un cammino verso il benessere, in cui la felicità non è un obiettivo finale, ma una serie di momenti da vivere con consapevolezza e autenticità.
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