Luca Ward VS Intelligenza Artificiale: la nostra intervista esclusiva

Il mondo del doppiaggio ha una nuova “minaccia”, l’Intelligenza Artificiale: cosa ne pensa Luca Ward?

E se il doppiaggio magistrale di Luca Ward venisse sostituito dall’Intelligenza Artificiale? Sembra fantascienza, ma potrebbe diventare realtà prima di quanto si pensi (forse). DeepDub è una startup israeliana che ha realizzato una tecnologia basata sull’Intelligenza Artificiale (IA) e il Deep Learning che rivoluzionerà il mondo dei doppiatori.

La tecnologia promette di replicare la voce originale di un attore o di un narratore in più lingue. In pratica, sarà possibile vedere un film con Keanu Reeves, Russell Crowe o Samuel L. Jackson che parlano in italiano, mantenendo la loro voce originale grazie all’Intelligenza Artificiale: un concetto a dir poco impossibile da immaginare, dato che tutti noi siamo abituati a vedere questi attori recitare in italiano grazie alla voce di Luca Ward. Ma vediamo cosa ne pensa il diretto interessato in questa intervista esclusiva.

Doppiaggio e Intelligenza Artificiale: la nostra intervista esclusiva a Luca Ward

Ciao Luca, grazie per il tuo tempo. Iniziamo subito rapidissimi: qual è il tuo rapporto coi social?

“Un rapporto piacevole, sono uno dei pochi artisti a non avere haters. Per fortuna non ne ho mai avuti. Poi sì, certo c’è qualcuno a cui non piaci, ma è nel mestiere di attore. È quindi un rapporto molto bello, di grande stima e grande rispetto. Vengo dal teatro e ho un profondo rispetto del pubblico e credo che questo venga sentito in qualche modo, e poi sono una persona abbastanza vera.

Parliamo di doppiaggio: lo stato attuale del lavoro di doppiatore in Italia?

“Va malissimo. Bisognerebbe riassettare completamente il sistema. Perché comincia a fare acqua da tutte le parti, soprattutto per quanto riguarda la qualità del lavoro. Se si desidera vedere una serie tv in lingua originale oggi non è un problema, basta un click, non vedo perché bisogna farne una discussione. Ma va resettato tutto quanto. Negli ultimi tempi c’è una qualità che è venuta a mancare, specie per le serie televisive. Ci sono tante persone che protestano ed hanno ragione, perché in Italia siamo abituati al doppiaggio e sappiamo anche distinguere la qualità dello stesso”.

“È giusto poter scegliere tra doppiaggio e lingua originale, ma dobbiamo anche avere un doppiaggio esemplare come era negli anni passati, speriamo di rimetterlo a posto. Ci stiamo adattando alle regole europee, ma abbiamo bisogno del Parlamento che dovrà ascoltarci e venire nella nostra direzione. Lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rilasciato un comunicato in cui ha sottolineato che il doppiaggio è una delle più grandi eccellenze culturali italiane, pertanto va difeso e protetto. Se si è mosso anche il Presidente evidentemente c’è malcontento”.

Tema impossibile da non toccare: quanto il doppiaggio è stato colpito dal COVID?

“Con il Covid viaggiamo al 20% delle nostre possibilità. Alcuni lavorano da casa, ma io mi sono sempre rifiutato. Vado negli studi certificati per non mettere in difficoltà il settore e la filiera degli studi di doppiaggio. Lo smart working può sembrare positivo all’inizio, ma a lungo andare vengono a mancare i confronti sul luogo di lavoro e potrebbe essere problematico”.

Fonte: Facebook (@Luca Ward)

Consiglieresti ad un giovane di intraprendere questa strada?

“La strada del doppiaggio è legata indissolubilmente al teatro. Non si prescinde da quello. Il teatro forma attori. Di conseguenza, non forma doppiatori, ma attori che doppiano. A meno che non ci si accontenti dei doppiatori. Sono persone molto precise nella tecnica, molto affidabili, ma noi abbiamo a che fare con la recitazione e per imparare a recitare bisogna solcare i palcoscenici altrimenti rischiamo di fare tutte le nostre interpretazioni sempre uguali”.

“Quando tu senti Giancarlo Giannini stenti a riconoscerlo, perché? Perché è un attore e si adegua al personaggio che doppia. Quindi ai giovani che vogliono entrare nel meraviglioso mondo del doppiaggio consiglio di partire dal teatro e poi scegliere la specializzazione”.

Il pensiero di Luca Ward sull’Intelligenza Artificiale

Parliamo di futuro. Abbiamo visto su Facebook una tua dichiarazione video circa il rischio che l’Intelligenza Artificiale vada a sostituire il doppiatore. Cosa ti perplime e cosa invece ti affascina?

“Sono cose che mi incuriosiscono perché l’idea che Russell Crowe possa parlare in italiano è magica, ma è sempre una macchina che lo fa. Quindi mi chiedo: fino a che punto la macchina riesce a decifrare quell’intenzione che Russell Crowe ha fatto in inglese e integrarla in italiano? Perché in italiano le intenzioni cambiano, sono molto diverse da quelle inglesi, o francesi, russe, o giapponesi. Questa è la domanda che pongo: come fate? Parliamo di macchine e per quanto interessanti funzionano grazie all’uomo. Spero che un giorno mi chiamino a sfidare la macchina per vedere chi è più capace a modificare una frase”.

A proposito di social: fenomeno ClubHouse. Per ora è limitato ad Apple. Lo usi? È già diventato o diventerà il tuo social preferito?

“Io mi sono iscritto tramite Radio Italia e sono entrato in una chat che parlava di speaker radiofonici. Sono stato in ascolto, si sono accorti della mia presenza e abbiamo iniziato una chiacchierata. Da lì mi sono reso conto di che cos’è questo ClubHouse. Non è come Instagram con le foto, i filtri. Si usa la voce e la voce non mente, ma per questo social bisogna avere argomenti interessanti, il dono della sintesi e soprattutto saper parlare”.

Fonte: Facebook (@Luca Ward)

Luca Ward “sostituito” da un’Intelligenza Artificiale? Impossibile

Ovviamente le aziende che creano social lo fanno per un profitto. Questa nuova azienda si occupa di campionare la voce umana. È probabile quindi che si occuperà di velocizzare il miglioramento della voce dell’intelligenza artificiale. Ci vedi dei rischi per il tuo lavoro e per i tuoi colleghi?

“È impensabile, perché l’essere umano ha mille difetti, mille diversità, e una macchina non può replicare un essere umano. Prendiamo ad esempio un pilota d’aereo: cosa fa in caso di emergenza? Stacca il pilota automatico”.

Leggi anche: Voce calda e profonda? Ecco cosa succede agli uomini affascinanti [+COMMENTI]

Come lo vedresti un “Gladiatore”, un “Jules Winnfield” di Pulp Fiction o ancora un “Neo” di Matrix tradotto con una voce artificiale?

“Secondo me la macchina arriverà a campionare molto bene, ed è già stato fatto. Ho sentito la mia stessa voce campionata, ma se deve fare Samuel L. Jackson non ce la fa. È impossibile, non c’è l’emozione della sfumatura. L’attore pronuncia le parole nel modo in cui devono arrivare alla testa e al cuore delle persone. La macchina questo non lo calcola, è impossibile”.

Leggi anche: “Il Gladiatore” compie 20 anni: a VOI la memorabilità di Luca Ward

Ultima domanda: c’è qualcosa che hai da dire ai nostri memorabili?

Le battute che fanno sono straordinarie. Ogni volta che vedo un vostro post mi compiaccio dell’umorismo che noi italiani riusciamo a generare, evidentemente ce l’abbiamo nel DNA. Ci sono dei commenti da scrivere sulla pietra per quanto sono divertenti. I social dovrebbero essere questo: ironia, passatempo, divertimento e voi per fortuna questa peculiarità ce l’avete”.

Share