Si chiama Centralia, si trova in Pennsylvania, ed è una città che va in fiamme da decenni, senza che nessuno riesca a fare nulla. Si tratta dell’originale Silent Hill, la città reale che ha ispirato il film horror del 2006. Un tempo era una cittadina di 2.500 abitanti che riusciva a tirare avanti con le sue quattordici miniere di carbone attive. Negli anni Sessanta il suo massimo splendore era finito ma gli abitanti ci vivevano bene, fino a quando non è successo qualcosa di terribile che dura ancora oggi.
Nel 1962 i cittadini di Centralia avevano l’esigenza di svuotare la loro discarica. Non sapendo ancora quanto fosse inquinante bruciare la spazzatura decisero di sbarazzarsene con un incendio controllato. Vennero quindi dei vigili del fuoco, appiccarono l’incendio e una volta che era servito al suo scopo lo estinsero. Tuttavia accadde qualcosa di strano, l’incendio si riappiccò una seconda volta e poi una terza. Quando i vigili andarono a controllare per la terza volta si resero conto che, nascosto dai rifiuti c’era l’ingresso a una delle cave di carbone e che l’incendio non si poteva estinguere perché continuava a bruciare sotto terra.
Sono stati diversi i progetti instituiti per spegnere l’incendio sotterraneo di Centralia ma non sono mai andati a buon fine. Sono stati stanziati più di sette milioni di dollari ma sono andati bruciati insieme al grande incendio. Per un breve periodo i cittadini hanno convissuto con la situazione. Erano addirittura felici di poter coltivare pomodori in pieno inverno e di non dover spalare la neve quando nevicava, ma la situazione era più pericolosa di quanto credessero.
Insieme alle coltri di fumo che uscivano dal sottosuolo che possono anche sembrare affascinanti, veniva fuori monossido di carbonio e molti cittadini morirono infatti di avvelenamento. Le strade crollavano, si sgretolavano, e un bambino negli anni Ottanta ci è quasi morto.
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Non riuscendo in nessun modo a estinguere l’incendio l’unica soluzione fu quella di demolire gli edifici e trasferire i residenti altrove. Ma non tutti vollero andarsene e per un periodo divennero abusivi. Oggi a Centralia ci sono in totale sei case e meno di quattro abitanti che hanno fatto un accordo con lo stato: le abitazioni rimarranno lì fino alla loro morte, dopo potranno demolirle.
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