Questo impianto alimenta le aree di servizio con l’energia cinetica dei veicoli

L’energia cinetica dei veicoli potrebbe alimentare l’illuminazione, la cartellonistica pubblicitaria e la ricarica di veicoli elettrici nelle stazioni di servizio

 

Autostrade per l’Italia ha avviato la prima sperimentazione al mondo in autostrada per l’uso dell’energia cinetica dei veicoli per alimentare le stazioni di servizio. Il progetto, chiamato “Kinetic energy harvesting from vehicles” (KEHV), è sviluppato da Movyon, un centro di eccellenza per la ricerca e l’innovazione del Gruppo Autostrade per l’Italia. La sperimentazione è iniziata in Toscana, nell’area di servizio di Arno Est sulla A1, e continuerà con test su una pista di esazione nei prossimi mesi.

Ma come funziona? Il progetto sfrutta una piattaforma tecnologica in grado di convertire l’energia cinetica generata dai veicoli in decelerazione in energia elettrica. Un veicolo che passa sopra al modulo attiva un generatore elettromeccanico e l’energia elettrica prodotta viene resa fruibile attraverso un convertitore elettronico collegato alla rete. Questa tecnologia è sviluppata per integrarsi con i principali sistemi di gestione e monitoraggio dell’infrastruttura autostradale. Si punta così a realizzare una piattaforma che possa produrre energia pulita in aggiunta quella generata dal fotovoltaico.

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Dove verrà investita l’energia prodotta

Effettivamente i primi dati sembrano indicare che il progetto stia dando i suoi frutti. Grazie al passaggio medio giornaliero di 9.000 veicoli, infatti, un modulo potrebbe produrre 30 Megawattora all’anno. Si assisterebbe così ad una riduzione di 11 tonnellate di CO2, ovvero quanto il consumo annuo di elettricità di un condominio formato da 10 famiglie. Dove verrà investita l’energia prodotta? L’obiettivo è di usarla nelle stazioni di servizio per l’illuminazione, la cartellonistica pubblicitaria e la ricarica di veicoli elettrici, contribuendo a rendere le stazioni di servizio più sostenibili, innovative ed energeticamente efficienti.

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