I mari italiani ospitano da diversi anni una nuova creatura marina arrivata dalle zone tropicali. Il vermocane, o verme di fuoco (Hermodice carunculata), è un anellide dotato di setole urticanti.
Se infastidito o urtato inavvertitamente, può lanciare i suoi sottilissimi aghi uncinati che, entrando nella pelle, causano molto dolore e intorpidimento della zona colpita. Ha dei colori brillanti come il rosso e l’arancio, ma l’aspetto è tanto affascinante quanto pericoloso, per cui è meglio starne lontano. Le setole uncinate urticanti sono utilizzate sia come difesa sia per colpire e immobilizzare le prede.
Può raggiungere una lunghezza di 30 o 40 centimetri e vive nei fondali rocciosi dei mari sub tropicali e tropicali, incluso il Mediterraneo. La creatura marina era già nota ai Greci che la rappresentavano come un cane strisciante privo di arti o un verme che abbaiava, da cui il nome.
Con i cambiamenti climatici e il riscaldamento dei mari, il vermocane si è spinto più a nord arrivando sulle coste italiane. I primi avvistamenti si sono avuti diversi anni fa in Sicilia e Calabria, poi anche in Campania, Toscana e molte zone del mar Adriatico.
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I vermocani vivono a diverse decine di metri di profondità ma anche nei bassi fondali, per cui è facile incontrarli non solo per i sub che fanno immersione ma anche per chi fa il bagno vicino alla costa. Anche i pescatori talvolta li trovano nelle reti da pesca.
Essendosi spostati in zone che non costituiscono il loro ambiente originario, si riproducono facilmente per mancanza di predatori e si stanno notevolmente diffondendo nei mari italiani.
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