Tutti noi ci siamo imbattuti in un “Grammar-Nazi“, quel tipo di persona troppo esigente con gli apostrofi e gli errori di battitura. Colui che muore di infarto non appena incontra un “se io avrei”. Lo stesso in grado di rischiare l’ergastolo di fronte a un verbo avere senza l’acca. Secondo un recente studio, essere un Grammar-Nazi potrebbe rivelare qualcosa di inaspettato sulla propria personalità.
Lo studio, pubblicato su PLOS One, è stato condotto dai linguisti Julie Boland e Robin Queen. Le scienziate hanno riunito 83 madrelingua inglesi e hanno chiesto loro di leggere degli annunci per la ricerca di un coinquilino. Alcuni di questi contenevano errori di battitura e grammatica, mentre altri erano scritti perfettamente. È stato poi chiesto loro di valutare cosa pensassero del potenziale coinquilino con domande come “Sembra amichevole?” e “Sembra coscienzioso?”.
Successivamente, ai partecipanti è stato chiesto di eseguire il questionario sui tratti dei “Big Five” per valutare tutte le sfaccettature della loro personalità: apertura, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevroticismo.
I risultati hanno mostrato che le persone che tendevano a non considerare il potenziale coinquilino a causa dei suoi errori di battitura tendevano anche a essere più introverse, ovvero ad essere maggiormente a loro agio nello stare da sole e che spesso traggono piacere dalla solitudine.
Ci sono stati altri risultati: le persone gradevoli, forse senza sorpresa, erano tranquille quando si trattava di grammatica. Le persone coscienziose, invece, tendevano a vedere gli errori di battitura come un problema. I livelli di nevroticismo, stranamente, non hanno predetto alcun tipo di inclinazione nei confronti degli errori di battitura.
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“Mi sono chiesta: è strano, perché gli introversi si preoccupano di più? La mia ipotesi è che questi ultimi abbiano una maggiore sensibilità alla variabilità. Forse c’è qualcosa negli estroversi che li infastidisce meno. Perché agli estroversi piace la variabilità e il coinvolgimento delle persone. Lo trovano energizzante. Questa potrebbe essere una manifestazione indiretta di tale fenomeno”, ha dichiarato al The Guardian la professoressa Robin Queen, dell’Università del Michigan.
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