I test di gravidanza che si utilizzano oggi rilevano un ormone nell’urina della donna. Ma prima della sua invenzione come si faceva a sapere se una donna era incinta? Il primo test di gravidanza era una rana.
Il test di gravidanza è nato a New York nel 1967, per mano della inventrice Margaret Crane. Anche se esistevano già degli studi in merito nel 1930, portati avanti da Selmar Aschheim e Bernhard Zondek. Inizialmente, però, i reagenti venivano mescolati in una provetta e rimanevano in laboratorio. L’invenzione della Crane, il test di gravidanza come lo conosciamo oggi, si è poi diffuso negli Stati Uniti e in Europa dagli anni Settanta in poi.
Inizialmente, bisognava aspettare ben due ore per avere il risultato, e non due rapidissimi minuti come accade oggi. Ma il principio era lo stesso. Il test di gravidanza reagisce alla presenza della gonadotropina corionica nelle urine. Si tratta di una glicoproteina prodotta dalla placenta che è meglio conosciuta come HCG.
I moderni test di gravidanza, oltre a impiegare pochissimi minuti per dare un responso positivo o negativo, riescono anche a individuare e quantificare le settimane di gestazione. Questo è possibile misurando la quantità di HCG che varia con il passare dei giorni, da quando avviene l’impianto. Ma allora che vuol dire che il primo test di gravidanza era una rana?
Prima dell’invenzione del test di gravidanza bisognava affidarsi ai sintomi classici: amenorrea, nausea, ingrossamento di seno e pancia. Ma negli anni Cinquanta, a seguito degli studi preliminari di cui abbiamo parlato prima riguardo questa misteriosa sostanza contenuta nell’urina delle donne, si era scoperto un altro metodo. Il metodo in questione prevedeva la partecipazione di una rana di sesso femminile. Per questo motivo il primo test di gravidanza era una rana! I ricercatori avevano scoperto che iniettando l’urina della donna nella rana femmina, se la donna era in stato interessante la rana avrebbe deposto delle uova dopo non più di 24 ore.
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Le due stanghette rosa erano per la donna di quel periodo le uova della rana. Un approccio che oggi può apparire invasivo e ingiusto nei confronti delle ranocchie ma che purtroppo allora era necessario per mancanza di tecnologie e studi avanzati sulla questione.
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