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Il lancio del mango diventa sempre più popolare in Brasile tanto che è stato promosso a vero e proprio sport. Inventato da due fratelli che hanno trascorso la loro infanzia in Amazzonia, il lancio del mango è stato elevato al rango di sport nel 2016 e gli appassionati sognano ora di vederlo approdare ai Giochi Olimpici.
«All’inizio era un semplice gioco tra noi» ha spiegato Rui Hildebrando, l’inventore del “manbol”. «Mio fratello Rogério mi lanciava un mango e io glielo rilanciavo. Ma dopo un po’ mi sono detto che sarebbe stato più divertente se avessimo lanciato un mango ciascuno contemporaneamente». Inizialmente i due fratelli giocavano insieme ad altri amici, appassionando sempre più persone.
Da allora il loro passatempo si è trasformato a poco a poco in un vero e proprio sport, praticato in diverse regioni del Paese, con regole ben precise. E i manghi sono stati sostituiti da piccoli palloncini ovali. “Manbol” è infatti la contrazione di “mango” e “palla”.
Il gioco è costituito da regole estremamente semplici. Sulla sabbia, l’area di gioco ricorda un campo da beach volley. Si tratta di un rettangolo lungo dieci metri e largo cinque, delimitato da corde blu, con una rete al centro. L’unica differenza è che al posto di una palla ce ne sono due, piccole e ovali, quindi difficili da controllare. Come nella pallavolo, si segna un punto se la palla cade dall’altra parte, dopo aver attraversato la rete, o se l’avversario la manda fuori campo. Se entrambi i giocatori segnano nello stesso scambio, il punto viene rigiocato.
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Vince chi si aggiudica due round da 12 punti. “Manbol” può essere giocato in singolo, doppio o anche con tre giocatori per parte. Ogni partita, tanto veloce quanto divertente, dura generalmente dai 15 ai 25 minuti. Lo sport, che ha federazioni regionali in tutto il Brasile, può essere giocato da persone di ogni età e migliora sia i riflessi mentali che l’agilità fisica.
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