I gatti hanno un rapporto difficile con l’acqua ed evitano di bagnarsi il più possibile. La natura però in un caso ha fatto un’eccezione: il gatto pescatore (Prionailurus viverrinus) è un felino selvatico che caccia le sue prede nell’acqua.
Originario delle zone umide dell’Asia meridionale e sud-orientale (India, Pakistan, Nepal, Bangladesh, Cambogia, Thailandia), vive in genere tra le foreste di mangrovie dove ha sviluppato una straordinaria capacità di prosperare in ambienti ricchi di acqua.
A differenza dei felini domestici, questo esemplare ha adattato il suo corpo per vivere tra stagni e paludi, con zampe palmate e un mantello idrorepellente. La sua dieta è costituita principalmente da pesce che cattura usando tecniche straordinarie, come picchiettare la superficie dell’acqua per imitare i movimenti degli insetti o tuffandosi sott’acqua. Il gatto pescatore si nutre anche altre creature acquatiche e semi-acquatiche come rane, crostacei e piccoli roditori.
La particolarità di questo felino selvatico è però il verso: non un comune miagolio, come ci si potrebbe aspettare, bensì un suono che ricorda lo starnazzare di un’anatra. Nuovi studi sul gatto pescatore hanno rivelato che caccia le sue prede non solo in acqua ma anche arrampicandosi sugli alberi in cerca di pulcini nei nidi, come fanno i suoi cugini felini domestici.
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La specie è purtroppo minacciata dall’estinzione, a causa della progressiva riduzione degli habitat in cui vive. Uno studio rileva che circa l’80% delle aree in cui vive il gatto pescatore sono ormai popolate dall’uomo con fattorie e insediamenti.
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