Il fenomeno della “misocinesia” potrebbe colpire 1 persona su 3, secondo una ricerca

Misocinesia: quando vedere qualcuno agitarsi diventa insopportabile

 

Notare una persona che si agita può essere una fonte di distrazione, a volte persino insopportabile. Ma perché accade questo? La risposta potrebbe risiedere in un fenomeno psicologico sorprendentemente diffuso, che affligge una persona su tre: la misocinesia.

La misocinesia, termine che significa letteralmente “odio per i movimenti”, è una condizione che provoca una forte reazione emotiva negativa alla vista di movimenti piccoli e ripetitivi di altre persone, come vedere qualcuno agitarsi nervosamente con una mano o un piede. Sebbene questa condizione sia stata poco studiata in passato, negli ultimi anni ha attirato l’attenzione dei ricercatori per la sua diffusione sorprendente.

In uno studio condotto dalla psicologa Sumeet Jaswal dell’Università della Columbia Britannica (UBC), insieme al suo team, è stata condotta la prima esplorazione scientifica approfondita della misocinesia. I risultati hanno mostrato che circa un terzo delle persone è sensibile a questo tipo di movimenti ripetitivi, e che tale sensibilità può portare a reazioni emotive come rabbia, ansia o frustrazione, incidendo negativamente sulle esperienze sociali e lavorative.

Perché troviamo così fastidioso vedere qualcuno agitarsi?

Nello studio, i ricercatori hanno eseguito test per vedere se la misocinesia delle persone potesse avere origine in una maggiore sensibilità visivo-attentiva, traducendosi in un’incapacità di bloccare eventi distraenti che si verificano nella loro periferia visiva.

I risultati basati sui primi esperimenti sono stati inconcludenti su questo fronte, con i ricercatori che non hanno trovato prove solide che i meccanismi visivo-attentivi riflessivi contribuiscano sostanzialmente alla sensibilità alla misocinesia.

Siamo quindi ancora solo all’inizio dell’esplorazione delle origini cognitive della misocinesia, ma i ricercatori hanno alcune ipotesi per future ricerche.

“Una possibilità che vogliamo esplorare è che siano coinvolti i ‘neuroni specchio'”, dice Jaswal. “Questi neuroni si attivano quando ci muoviamo, ma si attivano anche quando vediamo muoversi gli altri… Ad esempio, quando vedi qualcuno farsi male, potresti rabbrividire, poiché il suo dolore è rispecchiato nel tuo cervello”.

Per estensione, è possibile che le persone inclini alla misocinesia possano inconsciamente empatizzare con la psicologia degli agitatori. E non in modo positivo. “Una ragione per cui le persone si agitano è perché sono ansiose o nervose, quindi quando chi soffre di misocinesia vede qualcuno agitarsi, potrebbe rispecchiarlo e sentirsi a sua volta ansioso o nervoso”, dice Jaswal.

Misocinesia e misofonia: due fenomeni collegati ma distinti

Sebbene la misocinesia sia in qualche modo simile alla misofonia, una condizione in cui le persone si irritano al sentire determinati suoni ripetitivi, i trigger della misocinesia sono prevalentemente visivi. Tuttavia, i due fenomeni possono talvolta presentarsi insieme, anche se non sempre. Le reazioni alla misocinesia variano significativamente da individuo a individuo: alcune persone sono solo lievemente infastidite, mentre altre possono essere profondamente colpite, al punto da evitare situazioni sociali per non dover affrontare l’irritazione provocata dai movimenti ripetitivi degli altri.

Come accennato, secondo i ricercatori, una possibile spiegazione del fenomeno potrebbe risiedere nei neuroni specchio, che si attivano non solo quando ci muoviamo, ma anche quando osserviamo qualcuno muoversi. Questa attivazione potrebbe portare le persone a empatizzare inconsciamente con chi si agita, sperimentando indirettamente l’ansia o il nervosismo che motivano tali movimenti. Tuttavia, nonostante le ipotesi, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno le origini cognitive della misocinesia. “A coloro che soffrono di misocinesia, non siete soli”, dice Handy: “La vostra sfida è comune ed è reale”. I risultati sono stati riportati su Scientific Reports.

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