Il cervello dell’uomo si sta rimpicciolendo, ecco perché

Commenti Memorabili CM

Il cervello dell’uomo si sta rimpicciolendo, ecco perché

| 15/07/2024
Fonte: Pixabay

Il cambiamento è avvenuto a partire dall’Homo sapiens e gli scienziati hanno fornito spiegazioni diverse

  • Le dimensioni del cervello umano sono quasi quadruplicate negli ultimi 6 milioni di anni, ma poi la tendenza si è invertita 100.000 anni fa
  • I crani degli uomini odierni sono in media più piccoli del 12% rispetto a quelli vissuti nell’ultima era glaciale
  • Una delle ipotesi del restringimento del cervello è l’invenzione del linguaggio
  • Un’altra motivazione è ricondotta al cambiamento climatico dovuto alla fine dell’era glaciale
  • Anche la comparsa delle prime civiltà complesse potrebbe avere influito sulle dimensioni del cervello umano

 

Le dimensioni del cervello umano e le sue capacità intellettive sono le caratteristiche che distinguono l’uomo dagli altri animali. La capacità di pensiero ha permesso l’evoluzione dell’umanità, dalle prime forme di arte all’invenzione della ruota, fino allo sbarco sulla luna e alla conquista dello spazio.

Lo studio sui fossili

Il cervello umano è quasi quadruplicato negli ultimi 6 milioni di anni, ma poi la tendenza si è invertita a partire dall’Homo Sapiens. Nella nostra specie, le dimensioni medie del cervello si sono ridotte nel corso degli ultimi 100.000 anni.

In un recente studio Ian Tattersall, paleoantropologo e curatore emerito del Museo Americano di Storia Naturale di New York, ha monitorato i volumi della scatola cranica degli antichi ominidi, scoprendo che la rapida espansione del cervello si è verificata in maniera indipendente in diverse specie vissute in Asia, Europa e Africa. Le specie il cui cervello è cresciuto nel tempo includono Australopithecus afarensis, Homo erectus, Homo heidelbergensis e Homo neanderthalensis.

L’invenzione del linguaggio

Con l’arrivo dell’Homo Sapiens la tendenza si è arrestata. I crani degli uomini odierni sono in media più piccoli del 12% rispetto a quelli vissuti nell’ultima era glaciale. Tattersall suggerisce che la riduzione delle dimensioni cerebrali possa dipendere dal passaggio da uno stile di pensiero più intuitivo ad uno più astratto. «L’Homo sapiens cominciava a produrre manufatti simbolici e incisioni con immagini geometriche significative» ha spiegato lo scienziato. «Con l’invenzione del linguaggio si sono riorganizzati i percorsi neuronali del cervello in modo più efficiente dal punto di vista metabolico. In pratica, man mano che cervelli più piccoli e meglio organizzati erano in grado di eseguire calcoli più complessi, cervelli più grandi, metabolicamente costosi, semplicemente diventavano inutili».

L’era glaciale e i cambiamenti climatici

Tuttavia, altri paleontologi sostengono il cervello avrebbe iniziato a ridursi più recentemente di quanto suggerisce Tattersall e il cambiamento potrebbe non essere collegato al linguaggio. Anche la data in cui Tattersall colloca l’acquisizione del linguaggio (100.000 anni fa) è contestata.

Jeff Morgan Stibel, del Museo di storia naturale in California, sostiene che il ridimensionamento del cervello dipenderebbe dal cambiamento del clima. In uno studio del 2023, lo scienziato ha analizzato i crani di 298 Homo sapiens vissuti negli ultimi 50.000 anni. Ha scoperto che il cervello umano si è rimpicciolito a partire da 17.000 anni fa, ovvero dalla fine dell’ultima era glaciale. Quando ha esaminato attentamente i dati climatici, ha scoperto che la diminuzione delle dimensioni del cervello era correlata ai periodi di riscaldamento climatico. Cervelli più piccoli avrebbero potuto consentire agli esseri umani di raffreddarsi rapidamente. È noto che gli esseri umani nei climi caldi hanno sviluppato corpi più magri e più alti per massimizzare la perdita di calore. È possibile che il nostro cervello si sia evoluto in modo simile. La scoperta suggerisce che con l’attuale aumento delle temperature e il riscaldamento globale del pianeta, il cervello umano potrebbe ridurre ulteriormente le dimensioni.

La formazione delle prime società complesse

Jeremy DeSilva, un antropologo del Dartmouth College negli Stati Uniti, ha invece ipotizzato che la causa sia da ricondurre alla nascita delle prime società complesse e che le dimensioni del cervello abbiano cominciato a ridursi circa 3000 anni fa. Nelle società complesse la suddivisione dei compiti consentiva agli uomini di condividere le informazioni, non essendo costretti a sapere ogni cosa per sopravvivere.

Leggi anche Preistoria: anche le donne cacciavano come gli uomini, lo studio che riscrive la Storia

Il dibattito è ancora aperto per via dell’incertezza sul periodo in cui è avvenuto il ridimensionamento cerebrale e per la mancanza di un numero sufficiente di fossili di crani antichi con cui approfondire lo studio.

logo-img
La redazione di commentimemorabili.it si impegna contro la divulgazione di fake news. La veridicità delle informazioni riportate su commentimemorabili.it viene preventivamente verificata tramite la consultazione di altre fonti.
Questo articolo è stato verificato con:
Chiedi la correzione di questo articoloValuta il titolo di questa notizia
Copyright © 2018 - Commenti Memorabili srl
P. IVA 11414940012

digitrend developed by Digitrend