Il cavallo di Troia è realmente esistito?

Secondo la leggenda la costruzione in legno fu usata dai greci per espugnare la città di Troia e vincere la guerra

 

Secondo la leggenda il cavallo di Troia fu usato dai greci per espugnare la città di Troia e vincere la guerra. L’enorme cavallo di legno fu costruito per volere di Ulisse che si nascose all’interno della struttura insieme ad altri valorosi soldati. Dopo dieci anni di assedio alla città, i greci inventarono lo stratagemma per espugnare finalmente le mura. Costruirono il cavallo e lo lasciarono sulla spiaggia fingendo di tornare in patria. I troiani pensarono ad un ritiro dei nemici e lo portarono dentro la città come trofeo. In questo modo i greci riuscirono ad entrare a Troia e a distruggerla, mettendo fine alla guerra.

Gli storici in cerca di prove

L’episodio è raccontato nell’Iliade di Omero e successivamente nell’Eneide di Virgilio, ma gli storici sono ancora in cerca di prove concrete sulla guerra di Troia e sul suo epico finale. Secondo le fonti Troia era probabilmente il nome di una città dell’età del bronzo nell’attuale Hisarlık, nella Turchia occidentale. Il sito, scoperto dall’esploratore tedesco Heinrich Schliemann nel 1870, ha restituito un piccolo numero di punte di freccia e prove di fuoco all’interno di uno strato di sedimenti datati intorno al 1200 a.C., che corrisponde più o meno alla data menzionata da Omero nel suo poema epico, e potrebbe quindi alludere ad un’antica battaglia. Gli elementi però non sono sufficienti per associare il sito alla guerra di Troia.

Se l’episodio del cavallo è solo accennato nell’Odissea, è descritto più in dettaglio nell’Eneide, poema composto più di mille anni dopo. La maggior parte degli archeologi ritiene che il cavallo di legno avesse più che altro un significato simbolico.

Una macchina d’assedio

Il professor Armand D’Angour, dell’Università di Oxford ha spiegato che «le prove archeologiche mostrano che Troia fu effettivamente bruciata, ma il cavallo di legno è una favola fantasiosa, forse ispirata al modo in cui le antiche macchine d’assedio venivano rivestite con pelli di animali umide per evitare che venissero date alle fiamme».

Il mitico cavallo di Troia potrebbe essere stato un attrezzo simile ad un ariete o una macchina da guerra usata dagli Achei per accedere alla città senza l’utilizzo di sotterfugi.

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L’idea del cavallo di Troia si è talmente radicata nella cultura e nel linguaggio moderni che ha dato il nome anche a un tipo di malware informatico che danneggia i computer scaricando programmi apparentemente innocui.

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