Halima

“sono Aida e sono una ragazza di origine magrebina che è nata in Italia. Ho una bambina di 7 anni, Halima, avuta da una mia precedente relazione e qualche giorno fa, al rientro a scuola dopo le vacanze, sono venuta a sapere che c’era stata la festa di compleanno di una sua amichetta di scuola, Emma, che non aveva invitato mia figlia.

Halima ci è rimasta molto male, anche perché quando è tornata a scuola tutti parlavano di questa festa. Sapete com’è, la classe è piccola, e mia figlia si è sentita esclusa. Prima di andare direttamente alla fonte, ho pensato di sentire un’altra mamma con cui sono in buoni rapporti diciamo per capire cosa fosse successo. La mia paura era che dietro questa esclusione ci fosse una situazione di razzismo. Lo subisco ancora anche io e anche se ormai le persone sono molto più aperte, purtroppo non è insolito che accada. Finché capita a me però passi, quando capita a mia figlia però no…non lo posso accettare. Oltretutto Halima ha un papà italianissimo. Così questa mamma con cui parlo decide di informarsi…ma guardate cosa sono venuta a scoprire. La realtà era molto diversa da quella che immaginavo ma altrettanto squallida… sono davvero senza parole!”

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Una nostra lettrice, Aida, ragazza di origine magrebina nata in Italia e mamma di Halima, ha voluto condividere un episodio che ha coinvolto la sua bambina di 7 anni.
Qualche giorno fa, al rientro a scuola dopo le vacanze, Halima ha scoperto che c’era stata la festa di compleanno di Emma, una sua compagna di classe, alla quale però non era stata invitata. La bambina ci è rimasta molto male, soprattutto perché tutti i compagni ne parlavano e lei si è sentita esclusa.

Aida, preoccupata, ha deciso di parlare prima con un’altra mamma, con cui ha un buon rapporto, per cercare di capire cosa fosse successo. Il timore più grande era che dietro questa esclusione potesse esserci un atteggiamento discriminatorio. Anche se la società è più aperta rispetto al passato, episodi di razzismo accadono ancora, e lei stessa li subisce. Tuttavia, accettare che una cosa del genere potesse capitare alla sua bambina era impensabile.

Dopo aver parlato con questa conoscente, è emersa una verità completamente diversa da quella che temeva, ma altrettanto squallida. Non si trattava di razzismo, bensì di una motivazione ancora più assurda e meschina.
Aida ha voluto condividere questa esperienza perché non ha parole per descrivere il comportamento di certe persone, specialmente quando a pagare il prezzo delle loro decisioni sono dei bambini innocenti.

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