L’Haunted Museum di Nottingham ospita molte attrazioni macabre e che incutono paura, ma poche inquietanti come George, una bambola degli anni ‘30 che si dice sia stata realizzata utilizzando gli occhi e i capelli di una persona morta. Marrie Wesson, che ha fondato lo Haunted Museum di Nottingham con il marito nel 2018, ha recentemente incontrato l’esperto di antiquariato Charlie Ross nel popolare programma televisivo della BBC Bargain Hunt. Ha portato con sé un paio dei suoi reperti più inquietanti, uno dei quali era George, una bambola dall’aspetto bizzarro risalente al Texas degli anni ‘30 che è riuscita a spaventare Ross con la sua espressione imbronciata e i suoi luminosi occhi blu.
L’inquietudine di George non si limita però alla sua espressione facciale. George proviene da un’epoca in cui si costruivano bambole di questo tipo in memoria dei propri cari, solo che nel suo caso la persona che l’ha realizzato ha usato i capelli e gli occhi di vetro della persona amata. Wesson ha spiegato durante la trasmissione: “È arrivato da noi dal Texas e, ai tempi, facevano cose come George in memoria di persone care scomparse. La differenza con George è che la persona amata è morta… George ora ha gli occhi e i capelli di vetro”.
Alla domanda sulle origini di George, Marrie Wesson ha replicato che la persona da cui l’hanno preso è venuta da loro perché la sua famiglia stava sperimentando “tantissime cose paranormali con lui” e apparentemente non volevano avere più nulla a che fare con la bambola. Ha aggiunto: “Avevano mal di testa e gli occhi cominciavano a fargli male, così lo hanno portato da alcuni medium e a quanto pare George rivuole i suoi occhi e i suoi capelli, non riesce a riposare senza di loro”.
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Ovviamente, tutte queste cose paranormali sono impossibili da provare, ma a giudicare dalle reazioni degli spettatori, la maggior parte delle persone avrebbe preferito che George fosse rimasto in Texas, per sicurezza. C’è chi ha twittato: “Quella bambola avrebbe dovuto rimanere in Texas, non riesco a guardare la TV, odio le bambole”.
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